“Ma perché lo fai?” mi domandò sgranando gli occhi. Non sapevo se era più sorpreso o più incredulo nel sapere da me che facevo un’arte marziale, quando poi dissi che facevo Kung-Fu il suo viso si illuminò… “Come Bruce Lee?”… fu proprio in quel preciso istante che cominciai a sorridere e pur continuando il mio lavoro cominciai a spiegare in dieci minuti, circa tremila anni di storia e di cultura di una delle più antiche arti marziali che un uomo abbia mai praticato. “Cominciarono a fare esercizi di ginnastica per riuscire a pregare più a lungo” dissi, sapendo già che questa affermazione avrebbe non poco fatto crollare miti e leggende sugli albori della mitica arte orientale cinese. In quel momento mi sentivo come un piccolo zampillo d’acqua che nonostante la sua poca portata  riusciva a far dissetare un gigante. Sapevo già dove sarei andato a finire iniziando con questa frase, ma come spesso accade gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.  Eh si, perché dopo qualche domanda sull’uso delle arti marziali, andò a chiamare la moglie e la figlia sicuro di far loro una sorpresa. Il discorso cominciava ad essere un po’ troppo “tecnico” per persone che non avevano mai sfiorato l’argomento, così cercai di non fossilizzarlo sui pugni e sui calci, ma riflettei l’aspetto fisico e marziale di un ipotetico combattimento come se due persone parlassero più o meno animatamente. Le parole non erano altro che pugni o calci, le risposte erano delle schivate o delle parate che a sua volta si tramutavano in pericolosissime falciate, tanto erano basse e meschine. La discussione andava avanti, i colpi variavano ed erano più o meno forti e più o meno leciti cosi da mettere alla prova l’aspetto psicologico dei due. Una cosa era certa: chi era più preparato avrebbe di li a poco avuto la meglio sull’altro che avrebbe dovuto ammettere la sconfitta modificando così la sua personalità. La sconfitta, in questo caso, si tramutava in una  vittoria per il perdente, permettendogli così un altro passo in avanti nella ricerca del divenire una persona più saggia e matura. Per il sottoscritto, era normale parlare di cose così  particolari dal momento che il mio Maestro le aveva a sua volta spiegate a me, ma quelle persone non riuscivano più a capacitarsi che sotto l’aspetto di una persona normale si celasse un praticante di Kung-Fu che aspirava a divenire a sua volta Maestro. “Comunque l’equilibrio è la base di Tutto” affermai, cercando ora di spostare l’argomento su un discorso anche filosofico e terapeutico. Il Taijiquan in questo caso, mi ha dato sicuramente una mano a far capire che la tranquillità, la rilassatezza dei movimenti, la perfetta coordinazione tra mente e corpo, messi tutti insieme, riescono a far guarire malattie nascoste con la sola forza del proprio corpo e della propria energia.  “Non e importante quello che fai ma se lo fai con tutto te stesso, non pensando nient’altro, sicuramente fai Kung-Fu ” è la frase che sicuramente è stata più difficile da spiegare dal momento che fino a dieci minuti prima non avevano mai sentito parlare così di un’arte marziale. Il lavoro scorreva veloce anche senza troppa concentrazione e la cosa, stranamente, non mi stupiva perché stavo facendo due cose  che in quel momento mi piacevano. Continuai a parlare per qualche minuto poi infine dissi ” Lo faccio perché mi fa star bene e perché riesco, insegnandolo, a far star bene altre persone”. Non sempre fare arti marziali significa violenza gratuita come magari si vedono nei film, può anche significare stile di vita all’insegna dell’equilibrio. Anticamente non si praticava il kung fu per fare tornei o per cercare di picchiare un’altra persona ma, soprattutto, per avere un equilibrio interno più grande degli altri e per cercare di evitare il combattimento. Praticamente l’esatto opposto di quello che moltissime arti marziali e scuole di arti marziali fanno adesso! La nostra scuola ha fatto una scelta: praticare il Kung-Fu cinese in maniera tradizionale proprio come lo si insegnava anticamente nel monastero di Shaolin. Certamente, l’aspetto marziale e tecnico ha la sua importanza, ma “non più di tanto”. Il Kung-Fu è un’arte marziale completa, dalla difesa personale alla meditazione in movimento, dalla coordinazione dei movimenti all’estrema lentezza e fluidità degli stessi. Non ci sono limitazioni, dal momento che non è mai una questione di forza fisica ma sempre di tecnica sopraffina e soprattutto di mente! Penso che la maggior difficoltà sia quella di iniziare la pratica di un’Arte Marziale, perché, come tutte le cose, il primo passo è il più faticoso, come un lungo viaggio che ci porterà in cima alla vetta più alta. Poi però con il tempo e con la pratica, ci si accorge, che si possiedono le capacità; per migliorare, cambiando se stessi in armonia e con i propri mezzi, seguendo l’insegnamento del Maestro… di un vero Maestro! Ancora non so se sono un Maestro oppure no, ma una cosa è certa, mi stò impegnando al massimo nel mio piccolo per applicare quelle regole millenarie che il mio ShiFu mi insegna ad ogni occasione. Devo dire in tutta onestà che oggi riesco ad affrontare i problemi, le gioie ed i dolori in un modo nuovo, più maturo, dando ad ogni cosa il giusto peso ed il giusto valore.