Lo sparring libero o controllato dal proprio insegnante, viene praticato nelle varie realtà marziali occidentali. Esistono comunque vari elementi che possono rendere la sua pratica costruttiva oppure un’inutile perdita di tempo. In primo luogo è necessario fare una distinzione: fra arte marziale e sport da combattimento, tenendo fuori del discorso quest’ultimo! Una vera arte marziale, non pone l’accento su tale discorso se non dopo un certo periodo di tempo… molto lungo per la verità! E’ risaputo che molte realtà marziali, fanno praticare “sparring” ai propri allievi dopo poco tempo che si sono iscritti. Se una scuola si definisce tradizionale (possiamo fare un’eccezione per il solo Wing Chun), non può offrire tale prematura aspettativa dato che essa non risulterebbe costruttiva per varie ragioni, prima fra tutte che un allievo è immaturo per tale pratica e finirebbe per praticare solo ed esclusivamente le medesime tecniche, derivanti dal suo limitato bagaglio. Risulta molto più facile in questa fase farsi e fare male (senza scopo) e molti insegnanti usano questo metodo per ottenere subito il “rispetto” dagli ultimi arrivati, instaurando una specie di “nonnismo” all’interno della propria realtà, un circolo vizioso dove se sei il più duro emergi! Questa moda è stata adottata soprattutto da coloro che avendo uno scarno programma tradizionale di insegnamento o avendo studiato poche sequenze, non hanno altri mezzi per trattenere i propri allievi in palestra (soprattutto i giovani), optano per una scelta più facile e comoda, che richiede solamente impegno fisico. Si promette “efficacia” a breve scadenza, mentre tutti coloro che praticano seriamente in modo tradizionale, sanno che a volte non basta una vita per ottenere dei concreti risultati. Il Kung-Fu tradizionale, al di là dei proclami di ogni scuola, deve contribuire a far crescere l’individuo e non solamente dal punto di vista del combattimento, anzi: questa prerogativa và evitata soprattutto all’inizio della pratica, quando l’allievo è ancora immaturo e non in grado di gestire tante emozioni, il più delle volte negative. In conclusione: chi darebbe mai una pistola ad un bambino? Se nella propria scuola si parla tanto di moralità, questa linea sarebbe… amorale! Se desiderate praticare qualcosa di veramente tradizionale, evitate quelle scuole che vi propongono subito un approccio al combattimento o estenuanti sedute ginniche, oppure un programma di stile “diluito” in tanto sparring. Puntate su realtà che vi aiutino concretamente nella crescita anche interiore evitando di eccedere in un singolo aspetto che in questo caso, senza un adeguato controllo può creare tanti problemi a “chi le dà” e a “chi le riceve”. Il nostro Maestro ripete spesso che per imparare a combattere bisogna odiare di farlo. Questo detto sposa magistralmente con la filosofia di coloro che hanno creato il Kung-Fu e che non a caso erano dei monaci… rispettati o temuti (a seconda dei casi) in tutta La Cina! Se invece desiderate uno sport da combattimento, allora ci sono molte realtà migliori di tante che si spacciano per tradizionali e che invece offrono solo delle tecniche, poche forme e molti lividi!