Alcune occasioni di questi giorni mi hanno fatto riflettere, nuovamente, sulla mia condizione di allievo del Maestro e di insegnante responsabile della TKFA. Per me sono momenti indimenticabili, quelli che trascorro al Centro Nazionale con i miei compagni di pratica con i quali, oltre che ridere, scherzare e parlare del più e del meno, ci confrontiamo con le nostre singole realtà sia di vita quotidiana che di temi sulle arti marziali. È in questi momenti che ho la percezione e la soddisfazione di far parte di un vero e proprio gruppo che molto si avvicina al concetto di Famiglia che da sempre il nostro Maestro, instancabilmente, ci rammenta. Come dei fratelli ci scambiamo idee, ci confrontiamo, ci diamo consigli e pacche sulle spalle, strette di mano e abbracci. Poi, quando a qualcuno di noi capita una situazione da affrontare e da risolvere, gli altri del gruppo sono lì, presenti, pronti ad intervenire e aiutare il proprio “fratello di Kung-Fu” in difficoltà. Mi fa inoltre piacere poi, l’ammirazione, il rispetto, la stima tra di noi e le parole che ci scambiamo, confermano che siamo un tutt’uno, un gruppo che a volte sembra si disperda ma che alla prima occasione, si ricompatta fiero di essere d’aiuto a un suo componente. Sono convinto che gli insegnamenti del Maestro siano fondamentali, sia per unire noi ragazzi, sia per forgiare in noi una consapevolezza di fare e far bene, costantemente, il nostro compito di allievi, insegnanti e amici e di uomini ognuno nella propria realtà. Non è la prima volta che mi emoziono, arrivando alla commozione, quando ci sono degli intensi momenti di sintonia tra noi allievi ed il Maestro che rivivo nei miei pensieri quando sono lontano centinaia di chilometri da Lui e dalla sua Famiglia, quando nella mia quotidianità mi confronto con mio padre e mia madre, con chi mi sta vicino; con i miei amici di pratica di Kung-Fu. Ognuno di noi dovrebbe praticare questa arte marziale nel miglior modo possibile, chi fisicamente gli dedica alcune ore della giornata e chi solo alcune ore durante la settimana, ma certamente non dovrebbe dimenticare la sincera ispirazione che il Maestro costantemente ci insegna. L’ideale di portare avanti questa bella cosa come una Famiglia ci può aiutare in mille occasioni. Nei momenti di difficoltà possiamo avere dei fratelli, un padre ed una madre con cui confidarsi, nelle occasioni di gioia con gli stessi possiamo condividere quei bei momenti. E poi non ci sono limiti nella richiesta di consigli, di conferme e di richiesta di aiuto; inversamente possiamo aiutare, consigliare, gioire e rammaricarci per un nostro fratello. Sono arrivato ad una conclusione, ampiamente condivisa da molti miei compagni di pratica, e cioè che noi, che ci esercitiamo in questo modo di fare Kung-Fu, ispirato a dei valori morali, siamo estremamente diversi da molti altri praticanti e soprattutto dalle persone che frequentiamo fuori dal nostro ambiente. Io credo che la fratellanza sia molto più dell’amicizia. Il rapporto tra fratelli è indissolubile mentre spesso gli amici lo sono solo fino a quando alcune situazioni, di lavoro, di studio ed altro, persistono e dopo tutto scompare, il rapporto si scioglie e ci sentiamo soli o comunque in pochi. E allora gli insegnamenti del Maestro assumono un’importanza fondamentale, come lo è il suo spirito, entusiasta in tutte le cose che fa e capace di emozionarsi, emozionandoci sempre, in un semplice ed essenziale rapporto tra padre e figlio. Concludo le mie riflessioni con un piccolo pensiero alla mia futura “terza età”… ad una giornata ventilata, su una collina e da vecchietto a fare T’ai Chi con gli altri che ormai conosco da tantissimi anni. Mentre eseguiamo questi antichi movimenti, a qualcuno magari torna in mente una forma di Kung-Fu che molto tempo addietro il Maestro ci aveva insegnato. Naturalmente sarà una forma di quelle più complicate e fisicamente difficili per dei vecchietti come noi, ma ci proviamo lo stesso e nonostante la difficoltà arriviamo in fondo alla sequenza, forti delle nostre sensazioni e dei nostri ricordi… In disparte, ci sono i nostri figli e i nostri nipoti che ci guardano, probabilmente sbalorditi, orgogliosi di quei nonni così uniti nell’ideale che per tutta la vita li ha accompagnati… Grazie a tutti voi Maestro, Rita, Maurizio, Leonardo B., e tutti gli altri allievi della nostra Scuola che onestamente mettono in pratica gli insegnamenti del Maestro.