So che presto dimenticherò questo giorno forse anche ora che sto scrivendo, poche ore dopo l’approdo al porto, consueta fine d’ogni viaggio, so che non ricordo tutto, che qualcosa si è già dissolto nella memoria, che qualcosa è già andato perduto per sempre. Lo so. So che le immagini che si sono fuse in me questa mattina si perderanno, annegando nel vortice degli altri, infiniti piccoli ricordi, infiniti frammenti di me. Presto questo giorno non ci sarà più, perso in chissà quale lontano calendario della mia adolescenza, però… io credo che, di tutto ciò che è accaduto oggi, di tutto ciò che ho sentito oggi, qualcosa resterà… qualcosa. Sì, perché ho visto quell’uomo, il Maestro, l’ho visto bruciare di un solo minuscolo tizzone del suo sogno. L’ho visto muoversi in quell’angolo d’universo in quello spazio angusto della sua casa….lì, l’ho visto muoversi nel mio abisso, scuotere le acque scure del mio essere in un gocciolare di reminiscenze, milioni, miliardi d’istantanee, destinate a un solo istante di luce nella loro vita mangiata dall’oscurità. L’ho visto e nel suo movimento ho potuto fremere di nuovo di emozioni abbandonate nell’oblio, di momenti sfocati dal tempo, di sentimenti smorzati dall’indifferenza. Con le sue mani, con tagli netti, ha squarciato la realtà e, attraverso le sue ferite, io ho scorto, osservatrice nascosta in quest’universo, altri mondi, vicini e lontani, mondi, mondi infiniti, mondi eterni, mondi di ritagli di ricordi, mondi di lacrime e anima… nella sua liquidità ho ritrovato me stessa, una me stessa ignorata da tempo, una me stessa che credevo non avrei più incontrato. Sarà questo che non potrò dimenticare e, anche se un giorno non saprò più il nome di ciò che ho visto, anche se un giorno sarò lontana, queste sensazioni sono e saranno per sempre cellule del mio essere, parti instancabili di me.
Teresa Annibali