L’esempio dei Maestri del passato e di quanti, grazie alla loro effettiva conoscenza, possano in qualche modo illuminare il nostro buio cammino di appassionati praticanti è il punto che chiude il cerchio che inizia con la figura del nostro Caposcuola, si evolve attraverso lo studio delle tradizioni e si completa con la figura dei Maestri del passato.

L’immagine del Maestro, così ricorrente, è molto importante! Eppure, oggi è svalutata, rispetto al suo vero significato nel passato. Tanto tempo fa, i maestri di arti marziali non erano ben visti nel loro paese d’origine! Essi erano ignoranti e rozzi uomini d’arme, degli attaccabrighe cui piaceva sovente ubriacarsi ed essere coinvolti nelle classiche risse da taverna. Ci sono voluti molti anni per mondare questa immagine negativa, quasi preistorica, fino a giungere alla figura del Maestro ideale, colui che evolvendosi in una sorta di figura illuminata, s’impegnava costantemente nello studio e nell’approfondimento delle arti e della filosofia. Ciò ha contribuito a creare quell’eroe che compiva gesta memorabili e che soprattutto aiutava chi versava in serie difficoltà nelle polverose strade dell’antica Cina.

Come mai oggi si è in parte regrediti a un’idea negativa riguardo questa figura? La risposta è che ci sono troppe persone sul mercato che si definiscono “maestri”… aggiungeremmo: “maestri troppo scadenti”! Il vero problema, non è la quantità, ma la qualità di chi dovrebbe trasmettere la “conoscenza”. Si tende ad apprendere tutto il più velocemente possibile, sempre guardano avanti e mai indietro, senza metabolizzare quanto appreso in termini di sequenze, tecnica e non ci si sofferma mai sulla reale comprensione di un gesto. Cosa si potrà insegnare infine? Solo la superficialità dei propri studi. Inoltre, sono troppi gli interessi distorti che hanno opacizzato questo ruolo, fra cui, l’improvvisazione e uno sfrenato business commerciale legato alle gare, all’insegnamento e ai riconoscimenti, quest’ultimi magari acquistati da un giorno all’altro… tanto basta pagare!

Le divise, i materiali, le protezioni e tutti quei gadget che il maestro di turno obbliga a far comprare ai propri allievi, hanno contribuito al degrado di quella che dovrebbe essere una figura cardine e che invece si alimenta per colpa degli aspetti più negativi legati all’essere umano, quali l’egocentrismo, la sete di potere e… l’insicurezza. Un vero Maestro di Arti Marziali, non è un venditore del mercato rionale. Il Kung-Fu non lo si può interamente apprendere in palestra! Possiamo sì iniziarlo a studiare in quel luogo, anche per qualche tempo, ma poi si deve necessariamente essere seguiti da un vero Maestro, uno che fa solo quello e nient’altro. Una persona che ha fatto una scelta totale di vita in quella direzione e che vive ispirandosi a certi valori essenziali, soprattutto uno che vi prende a cuore e vi segue nella vostra crescita come se fosse la sua.

Come certi Maestri del passato che con il loro positivo esempio, ci hanno tramandato la Conoscenza e un’Arte fatta di Valori, Tradizione e Tecnica, che si sono sempre ispirati a quelli che prima i loro hanno percorso la stessa strada, dovremmo ispirarci un po’ di più al loro esempio. I Maestri del presente possono trarre insegnamento e dare un vero senso alla propria figura.

Un ideale, per sopravvivere ha bisogno di stimoli che si muovono nella giusta direzione. Un’onesta motivazione è un buon inizio ma alle parole devono necessariamente seguire fatti concreti. Le gesta dei Maestri del passato sono un monito da tenere sempre presente nel proprio cuore, poiché e solo lui che può alimentare la vera passione.

Le arti marziali tradizionali non andrebbero insegnate a persone non idonee, poiché ciò produrrebbe solo un danno.

Questa è una delle regole scritte del Kung-Fu che spesso si enunciano ai propri allievi e che forse andrebbero valutate più attentamente e seguite. Non è importante “fare numero in palestra”, ciò che conta è la qualità, perché è così che spesso un Maestro, per quanto bravo esso sia, può giocarsi la sua reputazione.