La nostra Associazione che a noi piace chiamare affettuosamente “Scuola”, esiste nella sua veste ufficiale fin dal 1978. ShiGung (caposcuola) Luigi GUIDOTTI, iniziò comunque a insegnare Kung-Fu in forma privata nel 1974 a un gruppo di amici e conoscenti, ponendo lì le radici di quanto oggi noi pratichiamo con tanto entusiasmo.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quegli inizi… le arti marziali tradizionali sono cambiate, creando qualche modernismo e molte mode passeggere! Nella maggior parte dei casi hanno generato sport da combattimento che nulla hanno a che vedere con l’originale concezione di studio, alimentando un settore (quello delle gare) che è solamente un business commerciale.
Nei limiti del possibile e per quello che la vita moderna ci consente, noi, come Scuola, portiamo avanti un insegnamento tradizionale, mentre il nostro Maestro, per ciò che lo riguarda è molto tradizionale. Ciò è dovuto al modo di vita che egli è riuscito ad adottare e che in occidente ha difficilmente riscontro, in quanto egli riesce a vivere costantemente il Kung-Fu, ogni giorno della sua vita, non come semplice lavoro, ma come scelta, come studio e come insegnamento.
Il senso della pratica nella nostra Scuola si traduce in una ricerca continua attraverso tre punti fondamentali, le linee guida tracciate dal nostro Caposcuola e che prendono il nome di “TRIDENTE DELLA CONOSCENZA”. Naturalmente, ciò raccoglie e ingloba anche un profondo aspetto filosofico, come spiega il nostro ShiGong.
I punti fondamentali da tenere ben a mente, sono i seguenti:
Oggi, il mondo moderno, con la sua tendenza esasperata verso la globalizzazione, internet e i suoi “social networks”, con le distanze che si accorciano sempre di più, ma che in molti casi allontanano le persone reali, è paradossalmente un luogo dove è difficile coltivare e seguire un ideale che richiede impegno, presenza reale e applicazione pratica. Chiunque, può notare, una vera e propria mancanza di quei valori essenziali che dovrebbero servire a preparare un individuo al futuro, fornendogli una solida e concreta base di partenza.
Una volta questo compito, dalle nostre parti era appannaggio dello sport, e i ragazzi di qualche tempo fa, esenti da sponsor, interessi commerciali e quant’altro oggi uccide la vera attività sportiva, iniziavano attraverso quell’esperienza il loro cammino anche sociale, facendo tesoro di vittorie e sconfitte… ma questa è un’altra storia!
La concreta manualità, il contatto diretto, l’esperienza reale, assumono un significato arcaico… quasi in disuso! L’egoismo, la presunzione personale prendono il sopravvento, portandoci lontano da obiettivi concreti che l’uomo persegue da millenni e che ha miseramente perso strada facendo.
Lo Scopo di una vita… la tendenza a migliorarsi, capire, avere un barlume di Conoscenza, erano questi gli obiettivi concreti che aiutavano a trovare il proprio equilibrio nel modo. Bisognava lavorare duramente per ottenere qualcosa, un risultato, una vittoria, una posizione… e oggi? Dovrebbero essere sufficienti pochi click su una tastiera? E la pratica? Il rapporto umano e diretto con chi possiede una Conoscenza acquisita sul campo? Siamo diventati “pantofolai”! E se tutto è al di fuori della stanza del proprio computer, richiede troppa fatica…
La mancanza d’umiltà, non aiuta certo una generazione d’insegnanti, cresciuti in modo diverso da prima e che inequivocabilmente, si trovano in rotta di collisione con i valori tradizionali. La Verità, la Tradizione, la Pazienza, la Conoscenza e l’Umiltà non si apprendono certo dai video o dai libri! Occorre fare tirocinio sul campo reale della vita. Non si diventa maestri comprando riconoscimenti, attestati o partecipando a gare, esibizioni e neanche sbandierando ai quattro venti la propria “bravura” da una tastiera di un computer.
Grazie al nostro Maestro e a quanti abbiamo avuto la fortuna (e la sfortuna) di conoscere, in questi anni, abbiamo identificato nei tre punti fondamentali sopra elencati, il “senso della nostra Scuola”. Questo ci permette di avere sempre ben chiari i nostri obiettivi, aiutandoci nel tempo e nello studio a mantenere una costante rotta verso la meta.
Il Maestro Guidotti dice:
“Se non si dà un senso… niente ha senso!”
Da queste sue semplici parole, la spiegazione del perché il Kung-Fu stia perdendo valore e significato nella pratica di ogni moderno praticante. Se tutto si riassume a un pugno e a un calcio, non si può parlare di Arte Marziale Tradizionale Cinese, ma solo di sport da combattimento.
Una volta, il Maestro chiudeva la porta della sua casa di fronte all’allievo che chiedeva di praticare con lui. Oggi, la porta chiusa l’allievo ce l’ha nel cuore, ma la colpa non è tutta sua…