“Sono proprio fortunato ad appartenere a questa scuola!” Si, sono queste le parole che ho pensato mentre eravamo qui, in Toscana, tutti quanti rilassati a chiacchierare e scherzare, parlare di cose serie e fare battute tra di noi. Sono fortunato perché ho trovato un vero Maestro, e non solo tecnicamente parlando: il Maestro Guidotti è per me un vero e proprio maestro di vita e lo dimostra quotidianamente in ogni cosa che fa. Sono fortunato perché ho trovato una scuola in cui l’amicizia viene messa al primo posto: questo ci permette di aiutarci a vicenda senza che nessuno si senta superiore agli altri, ci permette di stare serenamente insieme a parlare e ridere ma anche di avere qualcuno con cui confidarsi nel momento del bisogno. Siamo come una famiglia dove il Maestro e Rita (sua moglie) sono i nostri genitori a cui si porta rispetto ma con cui si può anche scherzare; gli altri praticanti sono i nostri fratelli: alcuni sono più “anziani”, nel senso che hanno più esperienza, e quindi ci possono aiutare, altri sono i fratelli minori a cui diamo volentieri una mano su ciò che noi abbiamo già passato. Tutti insieme ci confrontiamo e cresciamo. Quando il Maestro viene in Toscana per qualche giorno è come se portasse con sé una ventata di aria fresca che ti desta da un lieve torpore che ormai si era impadronito di te e ti dà la carica. È  sempre stato così, anche nei primi anni quando partecipavo agli stage: mi ricordo che ogni volta io e gli altri allievi tornavamo in palestra con più sprint…è come se il Maestro fosse il nostro “caricabatteria” e noi, sebbene completamente autonomi, ogni tanto abbiamo bisogno di una ricarica per riportare l’energia al massimo. Stare con il Maestro, Rita e gli altri responsabili e allievi della Toscana per qualche giorno insieme è stato proprio bello! È stato stancante, perché ci siamo allenati ogni giorno, la sera facevamo tardi e la mattina ci svegliavamo presto ma, come dopo un duro allenamento in palestra a cui inizialmente neanche volevi andare tanto eri stanco, alla fine ti senti soddisfatto e felice di non esserti perso quei momenti. Unico dispiacere, come sempre, è stato quando ci siamo dovuti lasciare, il Maestro è tornato a casa e noi alla nostra routine quotidiana; ma è come qualcosa che quando la vedi ti meraviglia sempre, ma se l’avessi sotto gli occhi ogni giorno alla fine non ci faresti neppure più caso! Non vedo l’ora di passare di nuovo del tempo tutti assieme. Il Kung-Fu non è soltanto tecnica e forma, ma anche tutto questo. Anzi, sono arrivato alla conclusione che è soprattutto questo che permette la crescita interiore dell’individuo, scopo primario di questa disciplina che ormai pratico da vari anni.

Maurizio Amato