
Sono iniziati i corsi relativi allo studio del FoJia 佛家, lo stile che fa riferimento alla famiglia di Buddha e alla sua filosofia. Il FoJia, è uno stile sconosciuto, e che molti purtroppo identificano, confondendolo, con il FutGar 佛家 (grafia cantonese del “FoJia”), ideato in epoca recente nel sud della Cina. I due sistemi, pur condividendo il nome e gli stessi ideogrammi, non hanno nulla in comune e provengono da luoghi diversi! Il primo è originario del KunLunShan, l’altro di epoca più recente è nato nel GuangDong (sud della Cina).
Il Fut Gar cantonese, è uno stile di Kung-Fu relativamente moderno, che rivendica la sua origine nel buddismo, ma che deriva principalmente da una combinazione di Hung Gar 洪 家 e Choi Gar 蔡家. Lo stile utilizza per lo più pugni, alcune tecniche di palmo e calci bassi, portati da movimenti di gambe evasivi; le parate sono circolari e dovrebbero sfruttare la forza dell’avversario. Il nome adottato da questo sistema, vuole trovare la sua identità nelle arti marziali praticate nel tempio ShaoLin del sud (Fujian) e secondo le nostre ricerche, utilizzandolo come un termine ambiguo per ottenere un riconoscimento tradizionale di quanto praticato, come per tutti gli stili del sud e che provenienti da quella regione, non fanno parte dei cinque specificati qui di seguito.
E’ noto difatti, come nella regione del GuangDong in particolare, vari sistemi, sono praticamente dei derivati del Kung-Fu delle “5 Famiglie” (Hung, Lau, Li, Choy, Mok) e sono di origine più recente! Quindi, a onore di cronaca, ricapitolando, i cinque sistemi originari del sud erano i seguenti:
- Hung Gar (洪家)
- Lau Gar (劉家)
- Li Gar (李家)
- Choy Gar (蔡家)
- Mok Gar (莫家)
Quindi, tutti gli altri stili, sono solo reinterpretazioni moderne, nate dopo il 1800 e ottenute miscelando fra loro quanto praticato originalmente dalle 5 Famiglie specificate qui sopra.
Nel caso del Fut Gar, secondo quanto narrato, è stato ufficialmente fondato con questo nome, in uno dei templi Shaolin nella provincia del Guangdong. All’inizio della sua storia, i monaci residenti in questo non ben identificato monastero, avevano avuto la fortuna di imparare le arti marziali dai 5 più popolari sistemi di Kung-Fu del sud della Cina. Un monaco Shaolin di nome Leung Tin Jiu 梁天柱, compresa l’importanza d’incorporare diversi stili insieme, avrebbe estrapolato solo le “migliori tecniche” di ogni stile, eliminando ciò che pensava fosse inutile o inefficace. Codificato, per lo più mischiando le tecniche Hung Gar con quelle di Choy Gar, prese il nome di “Siu Lam Fat Gar” 少林 佛家 o “Stile buddista di Shaolin”.
A questo punto, è importante sapere una cosa! Il FoJia è un termine generico per indicare un sistema di Kung-Fu che ha le sue radici nei sistemi di matrice buddista (fra i quali anche Shaolin). Detto ciò, lo stile di cui stiamo parlando, deriva da quelli praticati nel KunLunShan e prende il nome di FóZhǎngMén 佛掌門 “Palmo della Porta del Buddha” o più semplicemente “Palmo del Buddha”.
Il nostro caposcuola, ShiGong Luigi GUIDOTTI, ebbe la fortuna di apprendere molti anni fa l’intero sistema e ora, ha iniziato a insegnarcelo! Attraverso storia, leggenda, principi, forme, tecniche, posizioni, filosofia; in uno studio approfondito che si protrarrà nell’arco di un lungo periodo di tempo, fino a compimento totale del progetto. La cosa bella e interessante di questo sistema, è che non lo si potrà studiare in nessun altro modo se non sotto la guida del nostro Maestro, semplicemente perché egli non l’ha mai reso pubblico finora. I venticinque fortunati allievi che sono stati accettati e che hanno avuto risposta con consenso scritto del Maestro stesso, hanno iniziato lo studio sabato 25 e domenica 26 ottobre e sono a dir poco entusiasti!
Il progetto, nato sotto l’egida del GuDeYiJingWuMen Traditional Gong-Fu Research Institute, è totalmente svincolato dalla Traditional Kung-Fu Association. Al termine dello studio, saranno resi noti tutti i nomi dei futuri depositari dello stile, che potrà essere insegnato da coloro che avendo superato i relativi esami, avranno l’approvazione scritta del Maestro Guidotti stesso, in una cerimonia ufficiale.
Auguriamo buon lavoro a tutti coloro che partecipano a questo entusiasmante argomento che ha le sue radici indietro nel tempo, oltre 1000 anni prima dello ShaoLinQuan! Di seguito, riportiamo varie considerazioni e scritti che alcuni dei partecipanti hanno voluto esprimere dopo la prima lezione tenuta dal Maestro GUIDOTTI.
CONSIDERAZIONI DI ALCUNI DEGLI ALLIEVI PARTECIPANTI
Caro Maestro,
volevo dire un paio di cose…
Prima Considerazione:
Questo fine settimana Shi Gung Guidotti è stato ed ha dimostrato di essere ancora più che mai un maestro.
Ritengo che sia IL MAESTRO.
Il mio Maestro è colui che va controcorrente, contro le spinte commerciali, contro la frenesia odierna, contro la superficialità che ci circonda, contro le false aspettative delle persone, contro le false dichiarazioni di chi si propone come guida, leader o maestro. Il mio Maestro segue un ideale, una meta intravista fin dall’adolescenza, in cui ha creduto e che gli ha permesso di essere la persona che è adesso, un uomo che si mostra come esempio per la nostra vita.
Il mio Maestro, Luigi Guidotti, ci ha teso la mano. Alcuni di noi allievi l’abbiamo afferrata.
Per quanto mi riguarda, con un atto di piena fiducia, di fede nella sua persona, ho colto l’occasione. Sono entusiasta! Per niente deluso! Senza dubbi di nessun tipo! Anzi, ho ricevuto molte conferme sugli ideali, sui concetti, sulla filosofia del mio Maestro, per non parlare della sua maestria e della bellezza ed efficacia di ciò che insegna.
La decisione di continuare a seguire il Maestro in questo progetto è già stata ricompensata. Già da questo primo incontro (e ce ne saranno moltissimi altri).
Sì perché sentir parlare di miti e leggende, di tecniche e movimenti fondamentali, probabilmente primordiali, fa venire i brividi. E poi, riconoscere perché il Maestro si muove in un certo modo e perché c’è qualcosa in più in lui, diventa una conferma ulteriore che ho fatto la scelta giusta.
Avere la cognizione che il tutto è nato da questo stile o comunque che molti stili di kung fu cinese ne sono stati fortemente influenzati, certamente in maniera più che positiva, rende ancora più importante quello che fai e ti responsabilizza su come lo fai.
L’orgoglio di seguire un Maestro che se ne infischia degli stereotipi, ma che vuole seguire quelle parole che tanti anni fa lo hanno stimolato a provare, a continuare, contro tutto e tutti.
Sì perché quasi 50 anni fa non c’era in Italia una diffusione così ampia delle arti marziali.
Si credeva in quelle poche pellicole che circolavano. Si credeva nel rapporto tra Maestro e allievo: Nel Kung-Fu esiste una sola regola, disse il Maestro al mio Maestro:- “Io dico, tu fai”.
Un atto di fede, una promessa nel seguire gli insegnamenti che si stanno per ricevere. Una promessa di farne tesoro perché sono unici ed estremamente importanti nello studio del Kung Fu, nell’elevazione della maestria nell’arte e nella persona.
Tanto semplice quanto efficace e potente, i primi concetti studiati mi hanno permesso di assaggiare l’importanza che riveste il FoJia nell’arte marziale. La sua bellezza, la possibilità di eseguire i movimenti in più modi differenti, l’eleganza marziale senza fronzoli, la sua coerenza storica dettata dalla dualità che lo contraddistingue, fanno unico questo stile, e quindi deve essere tramandato e ricordato a pieno titolo come stile di kung fu tradizionale.
Grazie Maestro per questa eccezionale occasione.
Grazie per la fiducia che ci hai riservato.
Complimenti per la persona unica che sei, come insegnante, amico, padre, esempio!
Fortunati noi che abbiamo avuto la possibilità di trovarti, conoscerti e seguirti.
Riprendendo le tue riflessioni, credo che questo stile sarà probabilmente uno dei pochi che ci seguirà fino alla fine dei nostri giorni, proprio per le sue caratteristiche peculiari che ci hai indicato e fatto assaporare in questo primo incontro.
La vita riserva tante sorprese, alcune belle, altre brutte, molte insignificanti. Questa volta è stata decisamente bella!
Un augurio di buono studio a tutti i praticanti di kung fu.
Seconda considerazione:
Caro Maestro,
cari compagni di studio del Kung Fu.
Oggi ho appreso la triste notizia che un mio ex compagno di scuola, un ragazzo di 41 anni, si è tolto la vita.
Indipendentemente dai motivi, dal passato di questa persona e dal come di questo gesto, credo che un uomo o una donna spesso, o quantomeno a volte, trova quest’unica via di uscita perché si sente o si ritrova solo.
Talvolta ci si arriva a causa di una vera e propria malattia, a causa di forme gravi di depressione o per altri problemi psichiatrici, ma, riferendomi alle mie personali conoscenze ed esperienze, la persona che inizia ad avere questi tipi di problemi, è una persona che ormai da tempo, o improvvisamente, si sente sola.
Ecco allora che oggi, ripensando a questo gesto, fatto da un compagno di banco, da un ragazzo che a scuola era quello che faceva gruppo, l’amico con cui ti divertivi sempre, che non potevi star male con lui, che con il sorriso sulle labbra riusciva a dirti tutto quello che voleva (al solo ricordo di quei tempi mi viene da sorridere).
Poi il tempo passa, così come le amicizie, le regole della vita, le possibilità, le esigenze proprie e di chi ci circonda, e per un motivo o per un altro ci si sente affossare da pesi che in quel momento sono così gravi che non riusciamo a risollevarci. Se abbiamo fortuna qualcuno ci può soccorrere e venire in aiuto, se abbiamo fortuna qualcuno ci fa nascere nuovamente. Ma poi basta un attimo, come per il mio caro amico, per ricadere nell’oblio e fare quello che non faremmo mai a mente lucida.
Può esserci un’alternativa? Possiamo prevenire o curare, per lo meno in parte, questa “malattia”, se così possiamo identificarla brevemente?
Probabilmente ci sono tante strade da poter seguire.
Quella che ho deciso di seguire io, anche se tra mille difficoltà, tra mille bastoni nella ruota, è quella di fidarmi e seguire gli insegnamenti di una persona, di credere nei suoi ideali perché riconosco che lui per primo ci crede.
Questa persona si dedica allo studio di un’arte marziale da tanto tempo, mai con i paraocchi, mai da presuntuoso o chiuso nelle sue scelte. Sempre aperto ai confronti, anche se dopo così tanti anni ricchi di studi appassionati, potrebbe benissimo esprimere i suoi giudizi a prescindere.
Il Maestro Guidotti, il mio Maestro, è quel faro che anche in caso di nebbia fitta si fa vedere, e soprattutto sai che c’è, che ti ci puoi avvicinare, puoi affidarti a lui.
E’ banale dire adesso: “era meglio se, si poteva fare diversamente invece di aver fatto così!”.
A posteriori siamo tutti più bravi.
Ma quello che possiamo fare adesso facciamolo! Scegliamo uno scopo da dare alla nostra vita, dedichiamogli il tempo necessario, diventiamo egoisti per noi stessi, ma senza arroganza o presunzione. Diventiamo persone che si elevano a uno stato che sia di riferimento per gli altri, che riescano a fronteggiare le situazioni più disparate.
Per esperienza personale, il Kung Fu così come ce lo insegna il Maestro, riesce a dare queste cose a chi le ricerca, riesce a dare degli amici o dei compagni di pratica a chi li vuole. Il Kung Fu sotto gli insegnamenti del Maestro Guidotti, può essere solo praticato in questo modo, perché chi si ferma al proprio ego, chi vuole emergere a tutti i costi, prima o poi viene schiacciato dalla forza dirompente del Maestro, dalla sua energia, dal suo andare come non te lo aspetti, perché gli ideali che muovono le persone vanagloriose, presuntuose e egocentriche non sono gli stessi che albergano nella persona del Maestro.
Praticare seriamente e soprattutto credere nel Kung Fu è una scelta, una scelta di vita che tutti possano intraprendere. Ciascuno di noi dovrebbe trovare la propria dimensione terrena, darle un significato e non sentirsi uno dei tanti ma l’uno insieme a tanti. Perché sprecare quello che ci è stato concesso in cose effimere. Dedichiamo il tempo anche ai veri valori da seguire.
Ciao Maestro, ciao a tutti. Buon lavoro.
Massimo Amato
La prima volta che ho sentito parlare dello stile Fo Jia dal Maestro Guidotti è stato ad una lezione di fine mese di un annetto fa, il Maestro parlava di un video creato da lui e caricato sulla sua pagina di Youtube dove lui praticava una parte di una forma dello stile Fo Jia immerso nella neve, ne parlava molto bene con altri allievi della scuola più anziani e mi incuriosì la passione con cui ne discuteva.
Tornato a casa cercai subito il video, lo guardai e rimasi entusiasmato dei movimenti che eseguiva il Maestro; la prima cosa che pensai fu “sembra l’unione perfetta tra kung fu e thai chi”, alla prima occasione chiesi informazioni al Maestro su questo stile se era possibile apprenderlo, lui mi rispose che al momento non si poteva e che era una cosa un pò “privata” ma non ne capivo il motivo, un pò amareggiato non chiesi più nulla in merito ma la voglia di conoscere questo stile non si placò.
Qualche settimana fa ricevo la mail dal maestro con su scritto che è disposto ad insegnare questo stile a chiunque faccia parte della nostra scuola e che abbia voglia ma solo su richiesta e sarà lui a selezionare i partecipanti, non potevo crederci, scrissi subito al maestro per chiedere se potevo partecipare al corso e dopo un attesa di un giorno (che non passava mai) ricevetti la risposta affermativa del maestro dove mi scriveva testuali parole;
“Caro Giovanni,
è un piacere averti fra coloro che inizieranno questa nuova avventura, ti do il benvenuto.
Hai il mio consenso!
ShiGong” entusiasta della notizia non vedevo l’ora di iniziare.
La Domenica mattina, della prima lezione di Fo Jia, mi svegliai prestissimo per essere sicuro di non arrivare in ritardo, ero carico come una molla pur non sapendo esattamente cosa mi sarebbe aspettato.
Insieme agli altri partecipanti al corso ci siamo riuniti nella palestra a casa del Maestro, dopo il saluto la prima cosa che ci ha detto è stata “ragazzi tutto quello che avete imparato fino ad ora in questi anni… dimenticatevelo completamente!” io dissi…”cosa?!?!” in risposta Maestro “poi capirete” e così abbiamo iniziato la lezione mettendoci seduti per terra ed ascoltando quello che aveva da dirci il Maestro.
La mia meraviglia è stata nello scoprire che questo stile è molto di più di quello che mi sarei mai aspettato, questo era lo stile che ho sempre cercato, le risposte alle mie molteplici domande, lo stile di kung fu giusto al momento giusto in un periodo così particolare della mia vita.
Quando il Maestro parlava, pendevo letteralmente dalle sue labbra come un bambino che ascolta attentamente una favola che gli stanno raccontando e ne vuole sapere il finale chiedendo sempre “e poi? e poi?”, più raccontava dettagli più sentivo che questo stile di Kung Fu mi calzava a pennello.
Questo stile racchiude tutto: Storia, Tradizione, Filosofia, Religione, Arte marziale, Medicina, Kung Fu, Thai Chi, Qi Gong ed è stato stupendo partecipare alla lezione insieme ad altri allievi anziani di altre regioni di Italia.
La lezione sarebbe dovuta durare un oretta ma la passione del Maestro era talmente tanta che abbiamo sfiorato le tre ore, è incredibile come un uomo di quasi sessanta anni si voglia rimettere in gioco così alla grande insegnando come se avesse vent’anni.
Finita la lezione il Maestro ha voluto precisare che essendo uno stile tosto da apprendere uno era liberissimo di recidere e non partecipare più al corso e io ho pensato “col cavolo che mi tiro indietro” però ora comprendo quando il Maestro un annetto prima mi diceva che non era il momento e che questo era un stile un po’ “privato”.
Dopo questa prima lezione sono tornato a casa “diverso” con una ritrovata passione, una voglia e un marcia in più verso quello che accomuna tutti noi, il KUNG FU.
Giovanni Farina
Sono 35 anni che pratico assiduamente Kung fu con il Maestro Guidotti e tra le svariate forme che ho imparato alcune mi hanno colpito più di altre, sia per le evoluzioni che presentavano, sia per la difficoltà che esprimevano.
Però riflettendo sull’ultimo stage fatto dal Maestro sullo stile Fojia, e facendo tesoro di una evoluzione obbligata per chi pratica questa disciplina in modo tradizionale, mi sono accorto che sono insiti nel Fojia tutti quei principi che debbono muovere un Onesto praticante di Kung fu, l’Umiltà, la Pazienza e la Determinazione, che tramite quei movimenti semplici vengono espressi con grande chiarezza. Ci si sente in un certo senso come se fosse la prima volta che ci si applica al Kung fu, un pò come se si dovessero abbandonare i modi di muoversi degli altri stili, poiché questo li racchiude tutti, è una sintesi efficace del ricercato equilibrio tra corpo mente e spirito.
Un ringraziamento profondo al Gran Maestro Luigi Guidotti per averci permesso di iniziare questo lungo cammino.
Roberto De Costanzo
Caro Maestro,
lo scorso fine settimana ci hai insegnato alcuni elementi base del FoZhangMen ed io, fin da quando alcuni anni fa avevo avuto la possibilità di vederlo in alcuni pezzetti di forme da Te eseguiti, speravo di poterne un giorno studiare i concetti e i movimenti. Già allora parlavi del Fa Jing che questo stile sviluppava in modo particolare ed io sognavo perché intuivo e vedevo una forza e una armonia non comuni; una differenza molto marcata rispetto agli altri stili tradizionali e più conosciuti, un qualcosa che, domenica scorsa durante la tua lezione, a me ha fatto pensare ad una rivoluzione copernicana nell’approccio e nello studio del Kung-fu. Credo che molti fra gli amici di pratica presenti abbiano avuto una simile impressione.
Molte frasi che tu hai detto spiegando lo stile e i suoi principi mi hanno colpito e devo dire che quelle frasi mi sono apparse subito come l’origine primigenia di quello che tu vai dicendo da anni sforzandoti di farcelo capire attraverso lo studio degli altri stili. Ho potuto vedere come quelle parole potessero tradursi in movimento potente, armonico ed elegante, senza fronzoli o sovrastrutture, una semplicità tanto bella quanto, credo, efficace. La faccio breve: sono rimasto di stucco, tra l’affascinato e il rintontito. Tante cose non le ho capite e non so se le capirò. Ho trovato la forza di continuare a seguirti durante la lezione di ben tre ore e più grazie agli altri ragazzi che come me sono stati investiti dal fiume del Fo Zhang Men e che con i loro sorrisi e le loro espressioni sgomente, da un lato, mi hanno confermato di essere davanti a qualcosa di molto bello e, dall’altro, mi hanno fatto capire di non essere solo nel disorientamento. Li ringrazio tutti sentitamente per la tenacia che hanno saputo trasmettermi.
La strada da percorrere con questo stile per me sarà lunga e difficile perché richiede una profondità di comprensione di sé stessi che non ho. So soltanto che voglio incamminarmi su questa strada e sforzarmi di crescere come praticante e come persona. Una volta di più ho avuto la conferma che sei un vero Maestro.
Voglio ringraziarti di cuore per aver scelto, comunque e nonostante tutto, di insegnarci questa perla rara e unica nel variegato panorama degli stili di Kung-fu.
Ancor di più voglio ringraziarti perché ho capito che insegnandoci questo stile hai voluto trasmetterci una parte importantissima della Tua esperienza di praticante.
Sono convinto che il Fo Zhang Men rappresenti per te anche una reale esperienza di vita indimenticabile e preziosissima che per me è divenuta palpabile grazie alla passione inusitata e travolgente con cui hai tenuto la lezione. Col tuo permesso ho avuto la fortuna di poter partecipare per ben due volte alla lezione (quella col gruppo del sabato e quella col gruppo della domenica mattina) e in entrambe le occasioni, la lezione programmata di un’ora è diventata una lezione di tre ore e passa, una cosa simile non è possibile se non grazie al sentimento genuino ed all’instancabile energia di chi insegna.
Grazie di nuovo a Te Maestro e a tutti i ragazzi che hanno partecipato per avermi regalato un fine settimana splendido.
Leonardo Bini
Caro Maestro,
ho appena finito di leggere la news relativa allo stile FoJia…
e che dire…so che l’invidia è una “brutta bestia”, ma come fare a non essere (almeno un po’) invidioso per i miei fortunati compagni che hanno iniziato a praticare questo stile?
diciamo che è un’invidia fatta di felicità e tristezza, nel senso che sono contento per loro, ma allo stesso tempo mi dispiace non essere con loro!
E’ bello leggere i vari commenti sul sito, su come tutti siano rimasti piacevolmente sorpresi da ciò che hanno ascoltato e soprattutto “provato”… da come (ancora un volta) tu sia riuscito con la tua “presenza” a risvegliare gli animi di chi avevi davanti.
Devo dire che ci riesci anche a distanza!
Senza vedere niente, ma solo leggendo le tue parole e quelle degli allievi, l’attesa di scoprire questo nuovo stile cresce ogni giorno sempre di più!
Se in genere aspetto il fine mese come occasione per venire a trovarti e imparare qualcosa di nuovo, ma soprattutto come opportunità per fare il pieno di “energia” (assorbendo la tue parole e la tua energia) da utilizzare durante il mese successivo quando sono a Trento, sommerso da mille impegni e cose da fare…adesso anche senza vederti fisicamente, mi ricarico leggendo quello che scrivi.
Manca ancora un mese e mezzo al mio rientro, ma spero passi in fretta, perché non vedo l’ora di “rientrare” nel gruppo!
Un caro saluto e a presto,
Jacopo Sforzi
“L’impressione che ho avuto riguardo al FoZhangMen che il Granmaestro Luigi Guidotti mi e ci sta insegnando con entusiasmo e passione spropositata, è che il FoZhangMen è come la chitarra Fender Statocaster bianca del 1968 suonata da Jimi Hendrix….è come un blocco di marmo bianco di Carrara di prima scelta che Michelangelo sceglieva con cura per le sue opere…è come il paio di scarpette Puma “King” del 1982 che indossava Maradona…e cioè che il vero valore gliel’hanno dato gli interpreti stessi!!!!! Il vero tesoro di tutto questo è prendere lezioni dal Granmaestro Guidotti in persona!!!! Al di sopra di tutto!!!!
Quando ho iniziato a studiare arti marziali in questa scuola, ogni volta che riflettevo sul mio modo di praticare e vivere il Kung fu, visualizzavo nella mia mente tigri, mantidi, eroi leggendari e sognavo di diventare così….ora dopo 14 anni molti dei quali passati vicino al Granmaestro Guidotti e alla sua famiglia, ho capito una cosa molto semplice e nella mia mente ora c’è costantemente una sola immagine, che è quella di una grande mamma aquila che da da mangiare ai suoi piccoli che se ne stanno sotto di lei affamati a bocca aperta…io sono uno di quei piccoli, che come avviene in natura, non fa domande su che cosa ci sia da mangiare, se è buono, se grazie a quel cibo diventerà un aquila grande e grossa come sua mamma e volerà alto nel cielo, ma se ne sta lì a bocca aperta e mangia, mangia e mangia ancora…fin dall’alba dei tempi mamma aquila SA come allevare i suoi piccoli e il compito dei piccoli è mangiare TUTTO ciò che la mamma gli da se vogliono davvero diventare come lei!!!! È semplice.
Beh, io ho fame!!!!! E oggi che si mangia??? FoZhangMen!”
Francesco Poletti
Ciao Maestro,
scrivo soltanto adesso perché tra una cosa e un altra non ho mai trovato un momento di calma.
Volevo soltanto ringraziarti per averci permesso di imparare questo stile a te particolarmente caro; so quanto ci tieni e ogni volta che ne parli, lo capisco sempre più e credo che non sia stata una decisione facile quella di decidere se insegnarlo, come e a chi! Sono onorato di far parte di questo gruppo e spero che niente, m’impedisca di portare fin in fondo questo stile, dato che da come ne hai sempre parlato e da quel poco che abbiamo fatto, ne valga proprio la pena per migliorare tecnicamente ma non solo, credo che la crescita sia anche mentale! Inoltre hai detto che è un’occasione da non farsi scappare e quindi seguo il tuo consiglio.
Maurizio Amato
Caro Maestro,
oltre a essere d’accordo su quello che hanno detto coloro che mi hanno preceduto, volevo esternare alcune mie considerazioni.
Qualche anno fa, ci avevi mostrato alcuni movimenti di FoZhangMen e dentro di me, speravo un giorno di poterlo imparare, perché fin da allora, rimasi molto colpito da questo stile… ma non pensavo così tanto!
Già dalla prima lezione rimasi impressionato da quello che ci avevi spiegato e insegnato! Di solito, quando imparo qualcosa di nuovo, le sensazioni che provo sono molto positive, ma quello che ho sentito in quella prima occasione, non era minimamente paragonabile a nessun altro stile che finora avevo appreso.
Dopo essere tornato a casa, da quella prima esperienza, mi sono molto impegnato, allenandomi costantemente, per riuscire a capire meglio e imparare questo stile. Ed è così, che seguendo i tuoi consigli, ho modificato anche il modo di esercitarmi. Durante questi primi allenamenti, mi è accaduta una cosa strana; ho sentito dentro di me qualcosa di “diverso”; rispetto agli altri stili di Kung-Fu praticati finora e senza nulla togliere a loro, che reputo importanti (quando tu ce li insegni), ho capito che il FoZhangMen è uno stile a dir poco STRAORDINARIO… “Fuori dal comune”.
Sono quindi arrivato alla seconda lezione pieno di entusiasmo… ma durante il suo svolgimento, mentre provavo un movimento, guardandomi allo specchio ho capito anche un’altra cosa! mi sono reso conto che fino a quel momento (pur praticando con te Maestro da vari anni), di non aver mai “fatto”, di non aver compreso realmente il Kung-Fu. Mi spiego meglio: mi sono reso conto che tutto quello che avevo appreso da te Maestro, fino a quel momento, è stato solo un mezzo per poter arrivare a quel momento e imparare finalmente questo stile. Fino ad allora, mi ero sempre allenato a eseguire qualsiasi tecnica, aiutandomi con il peso del corpo e credevo di esserci riuscito… fino a quel momento, in cui mi sono guardato ed ho compreso che non avevo compreso quanto tu spiegavi in tutto questo tempo e ho finalmente capito che mi ero mosso solo fisicamente e che invece questo stile (FoZhangMen), mi stava insegnando, grazie a te, a usare veramente il il mio corpo, partendo dall’interno.
Tornato a casa dopo la seconda lezione, ho riletto fra i miei appunti… le frasi che tu Maestro ci hai detto e spiegato con tanta passione, ora sto imparando a capirle!
Ho compreso, che per imparare veramente il FoZhangMen, bisogna riuscire a “tirar fuori” il dentro; lavorare su quei valori di vita che ogni praticante d’Arte Marziale dovrebbe avere dentro di se! Ovvero: umiltà, onesta, coerenza, amicizia, rispetto. Se si riuscirà a lavorare su questi valori, allora questo stile potrà essere appreso. Sono convinto che siano in pochi, coloro che possano riuscire… in primo luogo, perché questo stile non è stato mai commercializzato (per fortuna), poiché da generazioni si tramanda solamente da un Maestro a un solo Allievo e poi, anche perché la maggior parte delle persone, pensa solo ai soldi o è alimentata da sentimenti distruttivi, come rabbia e invidia.
Sono solo all’inizio di questo “viaggio” e chissà cosa proverò; cosa imparerò… certo, non lo posso sapere ora, ma di sicuro ogni lezione che farò, sarà sempre più difficile e più sarà difficile, più sarò stimolato a continuare. Sono convinto che questo stile, riuscirà a migliorarmi, soprattutto come praticante di arti marziali tradizionali. Magari un giorno riuscirò in quelle cose, che mai avrei pensato di riuscire a padroneggiare, ma che vedo fare dal mio Maestro!
Grazie Maestro per aver deciso d’insegnarci questo stile, noi tutti sappiamo quanto ci tieni a questa cosa!
Grazie Maestro per avermi dato questa possibilità d’imparare il FoZhangMen!
Infine, grazie Maestro per avermi dato la possibilità di poter fare lezione sia il sabato che la domenica!
Un saluto e un abbraccio a te Maestro, a Rita, agli amici (ragazzi) vecchi e nuovi della T.K.F.A., miei compagni di pratica.
Carlo Palagi