Fava Erica

qualifica
Maestro


Erica inizia la pratica nella T.K.F.A. il 5 marzo 1990

pratica Kung-Fu, insegna TaiJiQuan (Tai Chi) e QiGong

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Marche

ad ANCONA (AN) – Marche


Il 6 marzo del 2010, diviene ufficialmente Discepolo del Maestro LUIGI GUIDOTTI tramite la cerimonia tradizionale “BaiShi”.


Erica Fava nata a Bienne (Svizzera) inizia la pratica del Kung-Fu cinese tradizionale nel 1990 sotto la guida del Maestro Luigi Guidotti, nella Scuola di San Benedetto del Tronto (AP).

Dal 1993 insegna Taijiquan (Tai Chi) e Kung-Fu nella scuola di San Benedetto del Tronto.

Nel 1994 insieme ad altri compagni di pratica fa parte del primo gruppo europeo di studio dello stile Sun di Taijiquan.

Nel 1996 conclude il programma studi ufficiale della Traditional Kung-fu Association e da allora pur continuando a studiare, praticare e perfezionare i vari stili tradizionali si dedica in maniera particolare all’approfondimento del Taijiquan.

Dal 1998 con l’aiuto dei suoi allievi più anziani apre i corsi di Taijiquan in Abruzzo, nella città di Tortoreto Lido (TE). Nello stesso anno inizia lo studio del Tid Sa Jeong (palmo di ferro) e si esibisce in pubblico con tecniche di rottura ed alcune sequenze di Taijiquan e Tsai Li Fo (Choy Lay Fut).

Nel 1999 coordina i propri allievi per un’esibizione di Taijiquan a Tortoreto Lido (TE). Nell’estate dello stesso anno prende parte al Cina Tour e partecipa al Torneo Internazionale di Kung-Fu di Jinan con la forma Tsai Li Fo Fei Loong Sin (Ventaglio del Drago) guadagnandosi la medaglia d’oro per la categoria “sequenze con le armi”.

Nel corso dell’anno 2000 incrementa ulteriormente l’interesse e la partecipazione alla pratica del Taijiquan nelle sue zone.

Nel 2001 insieme agli altri istruttori si allena intensamente sotto l’attenta guida del Maestro Luigi Guidotti perfezionando un programma articolato da presentare durante le esibizioni in pubblico. Partecipa ad esibizioni nelle città di Cento (FE) – Matelica (MC) – Forlì – Ascoli Piceno – etc. riscuotendo con i suoi compagni numerosi consensi. Sempre nel 2001 inizia l’insegnamento nella città di Ascoli Piceno.

Nel 2002 si esibisce nella suggestiva cornice del chiostro di Mondavio (PU) con tecniche di rottura passive sull’addome ed alcune sequenze Taijiquan, Tsai Li Fo, Hung Gar.

Nel gennaio 2003 partecipa al Gran Gala’ delle arti marziali nella citta di Forli’. Nell’estate dello stesso anno partecipa ad esibizioni nelle città di Ancona – Grosseto – Mondavio (PU). In ottobre, insieme ad alcuni istruttori ed allievi anziani, siesibisce al Teatro Gentile di Fabriano (AN) in occasione del 46° Premio Nazionale Fabriano, serata di gala in cui fra i numerosi riconoscimenti a prestigiosi personaggi dello spettacolo e dell’arte, viene consegnato il premio alla carriera al Maestro Luigi Guidotti. In seguito, coadiuvata dal suo allievo Capriotti Claudio porta il Taijiquan nella città di Alba Adriatica (TE). Infine, nell’ottobre viene nominata docente U.T.E.S. ed inizia così l’insegnamento del Taijiquan all’ Università della Terza età e del Tempo libero di San Benedetto del Tronto. Numerosa la partecipazione e molto soddisfacenti i risultati conseguiti dai praticanti delle più svariate fasce di età.

Nel 2004 frequenta il corso BLS-D (Basic Life Support Defibrillation) secondo le linee guide dell’European Resuscitation Concil e ne consegue il brevetto BLS-D Esecutore. Sempre nel 2004 si esibisce insieme ai propri allievi durante la serata di chiusura dell’anno accademico U.T.E.S. sorprendendo il pubblico e le autorità presenti per l’armonia e la particolare atmosfera che ha coinvolto tutti gli spettatori.


TAIJIQUAN: UNO STILE… per la vita

 Qualche anno fa vidi per la prima volta il Maestro Luigi Guidotti mentre eseguiva una forma di Taijiquan.
Non sapevo cosa fosse il Taijiquan ne riuscivo a capire come un’arte marziale potesse essere così diversa da quello che avevo sempre pensato; l’unica certezza era la sensazione che ne ricavavo: quei movimenti del Maestro, lenti e al tempo stesso tanto armoniosi, riuscivano a trasmettermi una serenità così profonda da liberare completamente il mio animo inquieto.
Come avrei potuto far mia quella sensazione?
Quando il Maestro decise di insegnarci il Taijiquan pensai di aver trovato la risposta.
Iniziai la pratica e mi resi subito conto che i movimenti apparentemente semplici celavano un significato ben più profondo; mi accorsi di quanto poco conoscessi il mio corpo, di come fosse difficile essere veramente rilassati; capii che non era soltanto questione di movimento poiché nonostante eseguissi fisicamente gli stessi passi del Maestro ai miei mancava qualcosa.
Il Maestro era un tutt’uno con la natura che lo circondava, l’aria sembrava essere dolcemente accarezzata ed aleggiava una grande forza a me sconosciuta, io invece ero impacciata, goffa, quasi come se il corpo che spostavo non mi apparteneva.
Il mio modo di affrontare la vita era diverso da quello che il Maestro mi mostrava; fu facile capire il perché fosse definita “l’arte suprema” e come fosse riuscita ad attraversare tanti secoli: ispirato alla concezione taoista dell’adattarsi senza opporsi seguendo l’andamento naturale delle cose, il Taijiquan è un’arte preziosa che coinvolge corpo, mente e spirito, rafforzando e armonizzando l’individuo in ogni aspetto.
Il ritmo frenetico della vita di ogni giorno a cui siamo abituati ci rende sordi ai numerosi segnali che il corpo ci manda, gli stessi invece se ascoltati possono aiutarci a prevenire moltissimi disturbi.
Il Taijiquan fa emergere le nostre esigenze più profonde ed aiuta a trovare l’equilibrio necessario per una vita sana e felice. Il corpo si tonifica attraverso il movimento fluido e circolare e grazie alla particolare respirazione, gli organi interni rinvigoriscono, mantenendosi elastici ed in perfetta efficienza anche in età avanzata.
Le sensazioni di benessere ricavate durante i primi mesi di pratica mi diedero la certezza che quella era la strada da percorrere fino in fondo.
Nell’arco della giornata facevo scorrere spesso nella mia mente i movimenti del Maestro e mi sforzavo di capire come fare per rendere il mio Taijiquan simile a quello che vedevo, ma stranamente più ci pensavo, più sentivo di essere lontana.
Un giorno durante una lezione un’immagine si fece viva nella mia mente, un particolare mai notato prima mi diede la risposta che cercavo: imitare solamente i movimenti del Maestro non avrebbe reso il mio Taijiquan vero poiché cercando di capire a tutti i costi avevo smesso di ascoltare ciò che si muoveva dentro di me. Misi da parte la ragione e seguendo i consigli del Maestro iniziai a fidarmi del mio istinto, mi lasciai andare liberando completamente la mente da inutili tensioni e per la prima volta sentii il mio cuore sorridere. I colori intorno a me erano improvvisamente più intensi, il mio viso avvolto da una piacevolissima sensazione di calore ed il mio sguardo raggiante…
Ero profondamente grata al Maestro per il gran dono ricevuto.
Attraverso il Taijiquan, il Maestro Guidotti mi aveva guidato a vivere intensamente ogni istante della vita.
Il Taijiquan mi permette oggi di esprimere ciò che la vita a volte costringe a soffocare, la parte più intima e vera di me ha finalmente il suo spazio.
Un tesoro così prezioso non poteva rimanere nascosto e fu così che decisi anch’io di dedicarmi all’insegnamento. Trasmettere agli altri la propria esperienza è senza dubbio il miglior modo per perfezionare costantemente quanto appreso e mettersi ogni giorno in discussione superando con coraggio e tenacia i propri limiti.
Incuriosita dalle domande dei miei allievi sul significato di alcuni concetti riportati sui libri ho iniziato a documentarmi su numerosi testi che trattavano l’argomento ed è stato facile accorgersi di quanto spesso descrivano in modo complicato, a volte incomprensibile, quello che invece per un vero Maestro è semplice trasmettere. Sono rimasta sinceramente sorpresa, non mi ero mai resa conto, fino a quel momento, di conoscere così tante cose e soprattutto ero veramente entusiasta per la naturalezza con cui mi erano state trasmesse.
La guida di un Maestro onesto e sincero è certamente la più grande fortuna di ogni appassionato praticante, molti invece, purtroppo, si trovano a doversi scontrare con individui senza scrupoli che si nascondono dietro a falsi ed egoistici propositi trasformando oggi in occidente il Taijiquan in semplice ginnastica e gli altri stili di Kung-fu tradizionale in sport da combattimento, facendo divenire, agli occhi di molti, l’arte marziale un’attività per esaltati delinquenti.
Col passare degli anni ho avuto modo di sperimentare come la profondità e la bellezza dell’arte marziale sono inscindibili dalla trasmissione di un vero Maestro e di come la paziente e costante pratica sotto una guida esperta sviluppano una forza straordinaria dando origine ad individui realizzati che affrontano la vita con equilibrio e semplicità.