De Filippi Jennifer
qualifica
Maestro
Jennifer inizia la pratica nella T.K.F.A. il 19 gennaio del 2009
insegna QiGong – TaiJiQuan
a CASETTE VERDINI – POLLENZA (MC) – Marche
Mi chiamo Jennifer De Filippi e sono nata e cresciuta a Macerata.
Fin da bambina sono sempre stata affascinata dal mondo delle arti marziali, amavo guardare i film di Bruce Lee e provavo a imitarne le mosse, senza capire il significato profondo nascosto dietro il lancio di un pugno o di un calcio.
Sono sempre stata esile e minuta e per questo ero facile preda dei bulli, non solo verbalmente ma anche fisicamente: non desideravo che difendermi e poter difendere gli altri, come gli eroi dei film che combattevano per la giustizia contro il male.
La mia passione per il Kung-Fu nacque quando mio padre iniziò a praticarlo, presso una scuola della città in cui vivo. Lo guardavo allenarsi e spesso gli chiedevo se potesse insegnarmi quello che aveva appreso. Nel tempo, purtroppo, quella scuola non si dimostrò all’altezza delle aspettative e mio padre smise di praticare. Il mio sogno rimase perciò chiuso in un cassetto e io, speravo un giorno di poter ravvivare quella fiamma che sentivo dentro.
Il tempo scorreva e la mia vita andava avanti, ma il mio piccolo desiderio, era sempre chiuso lì… in attesa. All’età di 18 anni, attraverso una mia conoscenza, il sogno divenne realtà: iniziai finalmente a praticare il Kung-Fu.
Grazie all’istruttore Giammatteo Sileoni capii subito la profondità e lo spessore degli insegnamenti, cosa significasse davvero il Kung-Fu e quanto impegno e determinazione richiedesse, l’importanza di una crescita non soltanto da un punto di vista fisico ma soprattutto personale e morale.
Mi affascinavano i racconti dei suoi duri allenamenti, degli stage, delle iniziative della scuola e il fatto che avesse conosciuto Maestri esperti in stili molto antichi e prestigiosi. Ben presto, vedendo la mia passione, una sera mi disse che se fossi stata costante nell’allenamento, mi avrebbe fatto conoscere il suo Maestro. Entusiasta e ricca di curiosità, da quel momento non persi nemmeno un giorno di allenamento, partecipando anche a lezioni extra. Sfruttavo ogni luogo e ogni momento, per esercitarmi e per conoscere il Kung-Fu.
Avevo trovato una realtà sana dove crescere e migliorare.
Purtroppo, la serenità di quei momenti durò poco, il mio insegnate si ammalò gravemente e in breve tempo, la malattia, se lo portò via. Non sapevamo nulla, e quando improvvisamente mi venne detto che non c’era più, non riuscii a realizzare la notizia: lo shock aveva creato in me un tale disorientamento e un enorme vuoto che mi sentivo persa, e di nuovo sola. Non sapevo cosa fare, tutto mi era crollato addosso.
Il giorno del funerale del mio insegnante, vidi per la prima volta ShiGong Luigi Guidotti, il Maestro di Giammatteo, presente alla cerimonia. Non ebbi il coraggio di presentarmi, non avendo avuto modo di conoscerlo, non sapevo cosa aspettarmi: in fin dei conti, ero una dei tanti allievi che facevano parte della sua Scuola, cosa avrei mai potuto dirgli? Con questi dubbi continuai a osservarlo da lontano, cercando le parole giuste per dire qualcosa, ma non ci riuscii.
Passò un mese da quel triste evento ed ecco che improvvisamente, noi allievi fummo invitati al Centro Nazionale della Scuola e in quell’occasione ebbi modo di conoscere il Maestro di persona. Rimasi stupita dal suo modo di rivolgersi a noi: era affabile e ci trattò come farebbe un padre con i suoi figli, e l’ultimo di noi era importante quanto il primo.
Ricordo l’agitazione del momento in cui per la prima volta, col cuore in gola, mostrai al Maestro quello che avevo appreso del Kung-Fu; ma ancora più vivo è il ricordo dell’emozione che provai nel vedere il Maestro eseguire per noi, il TaiJiQuan dello stile Sun, un “qualcosa” a me ancora sconosciuto: osservavo con attenzione i suoi movimenti lenti, ricchi di Armonia ed Equilibrio, domandandomi quando sarei riuscita anche io a trasmettere quelle sensazioni.
Da quel momento, il maestro prese a cuore tutti noi allievi di Matteo e per non far morire quella realtà, ogni mese veniva a Macerata per insegnarci e parlare con noi.
“E’ facile schivare un pugno, lo è meno evitare i pugni che la vita ti sferra, puoi imparare ad assorbire il colpo”
Questa frase mi colpì particolarmente. Fino a quel momento non avevo colto appieno le parole e gli insegnamenti di Giammatteo: le arti marziali vanno oltre il pugno, il calcio o le “belle mosse” e la sua morte, era il colpo più duro da riuscire ad assorbire.
Le lezioni del Maestro Guidotti erano davvero uniche: la palestra era piena di allievi, provenienti anche da altre città. Tutti convergevano nella nostra Scuola di Macerata e vedere, quante persone avessero la mia stessa passione, mi fece capire che non si trattava solo di una scuola, ma una grande famiglia su cui poter contare e fare affidamento. Ognuno di noi era, ed è, un tassello importante che nell’insieme crea un legame unico non solo con il Maestro ma anche con tutti gli altri. In poco tempo anche mio fratello minore Michael, si appassionò e inizio a praticare il Kung-Fu: il nostro legame si rafforzò, e iniziammo così, allenandoci, a crescere davvero insieme.
“Il controllo ed equilibrio nel Kung-Fu come nella vita”
Imparai che l’insegnamento pratico si accompagna sempre a un insegnamento di vita: attraverso il Kung-Fu si possono affrontare i problemi e le preoccupazioni, trovando il modo migliore per superarle.
La mia emotività e il mio orgoglio erano la corazza che mi ero creata per difendermi, ma anche il mio più grande limite: chi mi guardava dall’esterno si faceva un’idea sbagliata, scambiando le mie reazioni aggressive per arroganza. Il Maestro andò oltre le apparenze, gli bastava un semplice sguardo, per far cadere quella barriera che per tanto tempo avevo tentato di costruire e la paura di non essere all’altezza delle aspettative mi bloccava, facendomi irrigidire.
Il Maestro con la sua grande umiltà, costanza e passione mi insegnò che non si finisce mai di imparare e perfezionarsi, facendomi capire che diventare “Maestro”, è solo un altro punto di partenza e che la passione, deve essere coltivata ogni singolo giorno, per raggiungere quel grado di conoscenza profonda che ogni movimento, concetto e significato, meritano.
“Avevo visto solo la punta dell’iceberg”
Nel corso degli anni di pratica, maturai l’idea che fosse necessario esplorare me stessa in profondità e non soffermarmi alla superficie, imparando a limare il mio carattere e superando i miei limiti. Ascoltavo pertanto i consigli del Maestro, sforzandomi di seguirli per migliorare.
Iniziai così, insieme a mio fratello, ad allenarmi sotto la guida diretta del Maestro Guidotti, affiancando alle lezioni di Kung-Fu quelle di TaiJiQuan, cercando l’Equilibrio e l’Energia interiore di cui sentivamo il bisogno.
“Insisti, persisti, raggiungi e conquisti”
Sono passati 10 anni dalla meraviglia che avevo negli occhi, guardando il Maestro. Dieci anni di duro lavoro, di Kung-Fu, portati avanti con passione, determinazione e costanza. Dieci anni in cui ho imparato ad assorbire il colpo, ad essere flessibile ma al tempo stesso consistente, a lottare per la passione più grande che mi accompagna fin da piccola.
Oggi, dopo tanti sacrifici personali e grazie alla mia famiglia che mi sostiene sempre, sono diventata anch’io un Maestro all’interno della nostra Scuola e cerco con tutta me stessa, di essere all’altezza di coloro che mi hanno dedicato tempo e lavoro, credendo in me e trasmettendomi tutto questo. Lo faccio con profonda umiltà, tenendo sempre bene a mente le parole del mio Maestro:
“Io sono solo quello che vedi… Né grande, né piccolo”.