Questo TEMA raccoglie le impressioni di coloro che hanno preso parte alla “10^ Coppa del Mondo di Arti Marziali” svoltasi il 2-3-4 dicembre al Palalido di Milano. Tutti coloro che vorranno esprimere qualcosa, riguardo questo evento, saranno inclusi qui sotto partendo dalla data più recente. Questo tema si incrementerà di volta in volta con il materiale che verrà inviato.


Inviato il 20-12-2005 da VIOLINI ENRICO Ancona

          Da adolescente capitava spesso che vedessi dei film sulle arti marziali ed era ricorrente che questi film trattassero di fantomatici tornei in cui abili praticanti si esibivano nelle imprese più disperate per dimostrare la loro maestria. Nella maggior parte dei casi alla fine il protagonista,che a suo modo rappresentava un po’ l’eroe della situazione, stupiva tutti con la sua grande abilità e usciva in mezzo agli applausi e allo stupore generale. ..ancora una volta la realtà ha superato l’immaginazione!! Ebbene si quello che è successo lo scorso 4 dicembre non lo dimenticherò mai: siamo stati invitati ad esibirci in occasione della “10^ coppa del mondo di arti marziali” e davanti agli sguardi increduli dei 5000 spettatori intervenuti il Maestro Guidotti ha afferrato una freccia al volo. Noi che avevamo partecipato all’esibizione, appena terminata la nostra parte eravamo a bordo del parquet a vedere il Maestro, quando ha preso con sicurezza la prima freccia scoccata e l’ha alzata al cielo, tutti gli spettatori, ancora increduli, hanno applaudito lungamente, poi il Maestro si è avvicinato a noi e tutti quanti ci siamo congratulati con lui, il momento è stato veramente toccante perché, come il Maestro ha avuto modo di spiegarci in seguito, quel gesto che lui aveva appena fatto aveva un gran significato che andava oltre l’abilità stessa di afferrare la freccia, ma è qualcosa che ci ha reso fieri del nostro Maestro e di far parte di una grande realtà come la nostra scuola. Purtroppo con le parole non si può esprimere completamente ciò che abbiamo vissuto a Milano ma anche per questo in futuro se mi capiterà di raccontare a qualcuno la trama di questo “film” alla fine potrò dire con fierezza: “ IO C’ERO! ”

Enrico Violini


Inviato il 20-12-2005 da PAOLONI MICHELE Ancona

          E’ stata la prima volta che ho partecipato come spettatore alla coppa del mondo di arti marziali, non conosco bene tutte le discipline ma è stato molto interessante vedere i loro movimenti, esibizioni e combattimenti. Sono rimasto affascinato dal maestro Guidotti per il combattimento a cinque e soprattutto quando ha preso una freccia al volo. E’ stato spettacolare. Invece sono rimasto un po’ deluso per i combattimenti che, a mio parere, non hanno stile. Sembrava di vedere una “zuffa da strada”, senza sapere dove e come colpire e difendersi. Ho trovato un certo fascino anche nelle altre dimostrazioni della nostra Scuola, dove maestri, praticati ed istruttori si sono esibiti con coltelli, sciabole, bastoni e lance appuntite. La dimostrazione più interessante è stata quella della lance appuntite e posizionate sul collo di ben sei praticanti della nostra Scuola che all’unisono le hanno piegate senza bucarsi. Bravi sono stati anche i monaci di Wudang, belle le loro figure e la loro dimostrazione, purtroppo falsata da un esercizio: Spingendo un allievo e facendolo cadere a terra, quest’ultimo esagerava con troppa enfasi la spinta, facendo sembrare l’esercizio tutta una farsa. Comunque a mio giudizio è tutto molto bello ed emozionante, consiglio a tutti di provare questa esperienza.

Michele Paoloni


Inviato il 20-12-2005 da LOSACCO LUCREZIA e GIOVAGNOLI DEMETRA Ancona

          Il mondo del Kung Fu, almeno quello rappresentato al campionato di Milano, mi è apparso variegato, multietnico e naif. Appena arrivato, il nostro gruppetto si è piazzato nella tribuna centrale e subito abbiamo incominciato a captare lingue diverse. Accanto a me due ragazzi che parlavano (forse) in qualche idioma dell’Est Europa, davanti un gruppo di Americani tra cui spiccavano alcuni ragazzoni neri appena usciti dal Bronx ed uno, più elegante e signorile, che mi ricordava Sidney Poitier. Dietro, un gruppo di ragazzini (davvero molto giovani) di una scuola italiana che gareggiava a cui chiedevo continuamente delucidazioni su questo e quello. Con loro ho vissuto con passione il “dramma” di Diego, uscito da un combattimento con il naso rotto. Sparsi intorno gruppi di ragazzi biondissimi (svedesi), molti orientali ed anche nord africani. In campo tanta confusione ovunque e tre gare alla volta; a destra il Sandà (credo), un po’ troppo scomposto e poco elegante per i miei gusti, a sinistra i combattimenti di Kung Fu, già più belli da vedere, ed al centro delle gare di Tai Chi davvero godibili (soprattutto da me che sono una pivella e mi sono sembrati tutti bravissimi). Intorno a loro giudici, atleti, maestri, i cinesi che fotografano più volte ogni loro premiato, gente che andava e veniva. Ed in mezzo tempi morti che hanno dato al tutto una sensazione di disorganizzazione. Fuori dalla gara le esibizioni di alcune scuole, tra cui la nostra, e dei Monaci di Wudang che sono state le due cose meglio riuscite della serata. Ho capito che la mia non era solo una posizione di parte verso la nostra scuola quando i ragazzi ed il maestro hanno strappato un applauso a scena aperta a tutto il pubblico del Palasport. I Monaci sono stati davvero una lezione di stile, peccato per una caduta (sempre di stile) finale. Una parolina ancora per le donne, come al solito poco rappresentate, numerose nel gruppo di Tai Chi e pochissime nelle altre gare. Molto brutte da vedere nel Sandà dove sono ancora più scomposte degli uomini, brave (almeno così è sembrato a me) nelle forme. Peccato che fossero solo tre che ripetevano le varie categorie! Allora mi sono chiesta come mai non potessero gareggiare con gli uomini, almeno nelle forme, dove davvero non è una questione di forza fisica.

Lucrezia Losacco e Demetra Giovagnoli


Inviato il 17-12-2005 da PERGOLESI LUCA Senigallia (AN)

          4 Dicembre 2004… Milano… Palalido… Finali della 10° Coppa del Mondo di Arti Marziali…  C’ero anch’io…! Sono Luca, un allievo di Senigallia della scuola di Kung-Fu cinese tradizionale del Maestro Luigi Guidotti, faccio parte di questa scuola ormai da diversi anni e quest’anno, seppur come semplice spettatore, ho fatto parte del gruppo che ha accompagnato il Maestro e gli altri allievi partecipanti, all’esibizione svoltasi in occasione della 10° coppa del mondo di arti marziali. Come dicevo poco fa, c’ero anch’io, e per fortuna che c’ero! Chi si sarebbe mai aspettato un evento così ricco di emozioni capace di spazzar via come un tifone, la forte emicrania dovuta al lungo viaggio in autobus ed ad un recente stato influenzale. Se devo essere sincero però, il divertimento relativo a tale evento è iniziato circa i primi di Ottobre. Come è possibile? Come nella poesia di Leopardi “Il sabato del villaggio” l’attesa della festa è più “piacevole” della festa stessa… Ritengo opportuno quindi raccontare in ordine: Il prima, il durante e il dopo Milano. Stava per iniziare una delle prime lezioni di Ottobre nella palestra di Senigallia, quando entra il nostro istruttore Roberto, portando sotto braccio un paio di coltelli farfalla ed esclamando: “A Dicembre c’è una manifestazione “termonucleare” a Milano!” e si mette a provare la sua parte di esibizione… Ogni volta, qualche minuto prima che iniziasse la lezione, ripassava la sua sequenza interagendo con i “numerosissimi” allievi che gli ponevano domande. Vederlo in quello stato di estasi nel parlare di questo evento, scherzarci su, prenderlo un pò in giro sul fatto che una volta stato lì si sarebbe dimenticato tutto a causa dell’emozione, era proprio uno spasso, ve l’assicuro, mi mancheranno quei momenti. Ogni occasione era buona per fantasticare su come sarebbe stata, su cosa sarebbe successo, sugli imprevisti e sulle chiacchiere che sarebbero nate. Sognavamo ad occhi aperti, e in quel frangente ci lasciavamo cullare da quella magia creata dalla fantasia e dalla passione per questa disciplina. La stessa cosa è successa durante il viaggio di andata, in compagnia del nostro Maestro, si ripassavano le varie parti dell’esibizione, si studiava la scaletta e ci si preoccupava di eventuali imprevisti al programma. Ma una cosa che mi ha davvero colpito è che c’era un atmosfera serena e gioiosa come se l’emozione non turbasse né l’animo del Maestro né quello degli altri allievi, come se si fosse già concluso tutto nel migliore dei modi.  Veramente ammirevole. Finalmente entriamo nel Pallido di Milano, un atmosfera indescrivibile, tantissimi atleti, di tutte le età, dalle più diverse nazioni, tanti stili di combattimento, sembrava di essere in un film. Tutto mi incuriosiva, avevo sete di conoscenza, provate ad immaginare il più goloso bimbo del mondo… nel più grande negozio di dolci che lui abbia mai visto…. La sensazione più forte che mi è rimasta dentro di tutto quel pomeriggio è lo stupore: Ma non per la bravura del nostro Maestro ad afferrare la freccia al volo, noi allievi lo sappiamo benissimo, è da quando ha intrapreso il percorso del “duro lavoro” che è impegnato ad afferrare frecce “avvelenate” che cercano di abbatterlo… Né tanto meno quando ha affrontato 5 avversari contemporaneamente, capirai, d’estate, come si dice, “ha da combàtte” con circa 30 di noi allievi ad ogni allenamento…. Né tanto meno dall’esibizione degli istruttori e degli altri allievi della nostra scuola, loro sono incredibilmente in gamba, ed io che ho avuto la possibilità di osservarli durante gli allenamenti, ammiro moltissimo la loro determinazione, la loro costanza e l’affiatamento che mettono in questa disciplina, gli applausi dei 5000 presenti non rendono ancora loro giustizia…. credetemi. Ciò che mi ha stupito è come tutto ciò di cui aveva parlato il Maestro durante gli allenamenti, durante gli stage, sul sito della scuola, fosse vero! Ed è proprio ciò che ho potuto constatare con i miei occhi,  il mare delle arti marziali è talmente vasto che c’è il rischio di vagare senza scorgere un faro che ti indichi quale sia la corretta rotta da seguire per tornare con i piedi per terra. Potremmo ritrovarci a farci rompere il naso in qualche competizione di Sanda… (Vedi finale pesi leggeri), potremmo fare come quel Koreano che ha provato una particolare tecnica di rottura per 4 volte, fallendo per ben…. 4 volte! Oppure possiamo far finta di essere stati colpiti pesantemente da un monaco di Wudang esibendoci in qualche rotolamento in più… Forse ci ritroveremo a fare un buon wu-shu a 20 anni, un pò di wu-shu a 40 anni, pochissimo a 55 e dimenticarlo a 65. Credo invece di aver trovato un ottimo faro che mi indichi la giusta rotta, perché il mio Maestro mi stupisce ogni volta mettendomi di fronte alla realtà e non nascondendomela con tanti paroloni e discorsi carismatici. Oggi, ragionando con il senno di poi, se potessi tornare a quel 4 Dicembre, non mi sarei neanche seduto sugli spalti, avrei girato in continuazione, dagli spogliatoi come infiltrato per rubare qualche emozione ai protagonisti, alle varie tribune per ascoltare i commenti del pubblico sulla nostra Scuola… mannaggia! A dieci giorni dalla manifestazione, è il mio unico piccolo rimpianto di quella grandiosa giornata dedicata alla disciplina che più ho a cuore. Anzi, c’è un’altra cosa che mi pervade dentro, e scommetto che è lo stesso per tutti gli altri ragazzi che erano lì con me, una volta ritornato alla “realtà” di tutti i giorni, ripensando a quei momenti e riguardando le riprese effettuate, mi è venuta ancora più voglia di allenarmi. Ciao a tutti e buon allenamento anche a voi.

Luca Pergolesi


Inviato il 16-12-2005 dall’Istruttore SUSANNINI LORENZO  Corinaldo (AN)

          C’è poco da aggiungere a tutte queste belle parole… ma ci provo! Durante il mio anno e mezzo di assenza da questa scuola di Kung-Fu mi sono sempre tenuto informato riguardo le notizie sul “mondo delle arti marziali”… il mio pensiero è un po’ duro: per me non esiste un “mondo delle arti marziali” (parlo del Kung-Fu in particolare), ma esiste un insieme confuso di praticanti che inventano stili, forme senza cognizione di causa, organizzano gare, combattimenti, si agganciano al nome di un cinese (a volte anche inventato) o alla meno peggio imparano il Kung-Fu per corrispondenza pur di vendere poi questa loro “zuppa” ai malcapitati che ahimé sono molti. Qualcuno si chiederà come mai se questo è il mio giudizio sul Kung-Fu in Italia (e forse lo estenderei anche all’Europa) sono tornato a praticare? Sono tornato a praticare perché ho la fortuna di conoscere un Maestro vero, che insegna in una Scuola vera, estranea a tutto ciò di cui sopra. L’esibizione di Milano non ha fatto altro che confermare ciò che penso. E’ inutile parlare a sproposito di tutto ciò che si è visto in quel del Palalido, ma fino alle 18:30 circa, se fossi stato un inesperto del settore sicuramente non avrei mai scelto di praticare Kung-Fu in vita mia. Poi qualcosa è cambiato. Sono entrati in scena dei ragazzi che come per magia hanno catturato l’attenzione di tutti… già solo con la loro entrata! Precisi, atteggiamento marziale, sicuri e fieri nei movimenti, come a voler dire: “ehi ragazzi questo è il Kung-Fu, svegliatevi, guardate!”… Esibizione introduttiva della Scuola, poi combattimento prestabilito cinque contro uno. Un certo Maestro Guidotti (per alcuni un nome sconosciuto, per molti altri un nome molto pesante) coordina alcuni suoi allievi e presenta insieme a loro una scenetta in cui questi cinque praticanti presi dall’euforia della vitalità della loro gioventù e dal loro Kung-Fu “duro” attaccano un uomo (Shifu Guidotti appunto) che pratica Tai Chi in un “ipotetico” parco. Con estrema calma ma con l’energia di una tigre il praticante di Tai  Chi infine, sconfigge i cinque malcapitati… Il Kung-Fu non è violenza, non è combattimento sportivo, ma non è neanche danza o salti pirotecnici. Poi è il momento della lancia. Sei allievi del Maestro, piegano delle lance, la cui punta poggia sulle loro gole… Quante volte in TV lo abbiamo visto fare dai “pelatini arancioni” (in senso affettuoso, tanto i monaci shaolin non capiscono l’italiano) e invece ecco qua, sei italiani fanno lo stesso esercizio (che tra l’altro il Maestro esegue da più di vent’anni)… mah! Come avranno fatto ad imparare? Tutti pensano che sia finita, che sia l’ora dei tanto attesi monaci di Wudang che con la loro forza interna afferreranno una freccia al volo, ma non è ancora finita! C’è ancora il maestro Guidotti sul parquet… Dietro di lui alcuni allievi sistemano un bersaglio e davanti a lui un altro si prepara a scagliargli addosso una freccia! Ricapitoliamo: “Ma Radio Deejay (riportando una notizia errata di un quotidiano nazionale), non aveva detto che un monaco cinese avrebbe provato ad afferrare una freccia al volo?” … Provato? … Cinese? Palalido gremito di persone arrivate da tutto il mondo praticanti e non… Accidenti, non è un monaco e non è cinese, ma un italianissimo Maesto di Kung-Fu! Ma riuscirà almeno ad evitarla?… (dopo un frazione di secondo) NO… L’HA AFFERRATA, al primo colpo! (sezione Download-Video per i non presenti). PUBBLICO INCREDULO E A BOCCA APERTA… Poi grandi applausi. Già è vero! Vent’anni fa lo stesso Maestro aveva eseguito la stessa tecnica… ce n’eravamo dimenticati… Ed ora? Come la mettiamo? Adesso è dura da screditare con le parole una cosa del genere. Come si fa? C’erano presenti 5000 persone, oltre agli atleti e maestri di mezzo mondo! Fatti… non parole! Cosa che il nostro Maestro fa da una vita. Beh, ho finito. Io ero tra il pubblico ed ero teso come una corda di violino. Adesso sono felice per il Maestro che si meritava tanta approvazione dopo lunghi anni di fatica e dedizione nella pratica, sono anche felice per me che c’ero e che sono un suo allievo, fiero di esserlo e di poter insegnare agli altri ciò che lui insegna a me con tanta passione. Ora però il messaggio, afferriamolo al volo e non aspettiamo altri vent’anni per ricordarci di dire a tutti che in Italia esiste un Maestro vero e una Scuola vera… Le frecce siamo noi!

Lorenzo Susannini


Inviato il 14-12-2005 da COSTANZO MATTEO Senigallia (AN)

          Sono un allievo “alle prime armi” della scuola di Senigallia che ha assistito alla favolosa ed entusiasmante esibizione del maestro Guidotti e dei suoi allievi diretti, svoltasi al Palalido di Milano per la “10^ Coppa del Mondo di Arti Marziali”. Giunto all’interno del palazzetto e trovata la sistemazione in tribuna ho cominciato ad osservare i  partecipanti (alcuni venuti da molti paesi stranieri) e le loro discipline… “Ma nulla di tutto ciò che sto osservando sarà all’altezza di quello che vedrò più tardi”… questo mi sono detto mentre attendevo l’avvicinarsi dell’evento… Dopo alcune dimostrazioni di altri invitati alla manifestazione finalmente la musica parte e con essa anche l’esibizione della nostra Scuola. Il pubblico all’inizio semi-silenzioso, intento ad ammirare le tecniche dei combattimenti prestabiliti uno contro uno, anche con varie tipologie di armi, non ha resistito ad applaudire il Shifu Guidotti e i suoi allievi quando con perfetta determinazione e sincronia hanno esibito un incontro simulato di cinque avversari contro uno, preceduti da una simpatica introduzione, molto significativa, che mostrava come deve e non deve essere la filosofia di una Scuola tradizionale di Kung-Fu, e le reali intenzioni di chi pratica questa disciplina. E dopo la dimostrazione della lancia piegata da alcuni maestri e istruttori della nostra Scuola, finalmente il tanto atteso era arrivato: … La “famosa” freccia… della quale avevo tanto sentito parlare giorni prima e la tensione in me era inverosimile. I bisbigli di increduli, scettici e curiosi facevano da sottofondo durante la preparazione e si mischiavano al sibilo delle frecce che venivano scoccate dall’allievo incaricato. II mio cuore ha cominciato a battere forte e il respiro per un attimo si è fermato quando l’arciere incoccava la prima freccia. Poi un sibilo e… STOCK!!!: “INCREDIBILE”,  ho urlato a squarciagola mentre il pubblico si alzava in piedi per un ovazione totale. Spettatori, atleti, maestri e organizzatori uniti tutti in un unico applauso che non scorderò mai più… Tutto è avvenuto avvenuto così velocemente che appena giunto a casa quella notte, ho subito collegato la videocamera al televisore per rivedere il filmato e per rendermi conto ancora una volta di più della grande impresa che è riuscito a fare Shifu Luigi Guidotti, non solo un Maestro capace, ma… UN EROE PER ME!

Matteo Costanzo


Inviato il 13-12-2005 da BAGLIACCA ELENA  Pisa

          Un anno fa, ho cominciato il mio cammino insieme ad una persona veramente speciale, questa persona non solo mi ha mostrato cosa significhi amare, ma molto di più. Mi ha fatto vedere una strada nuova che aspettava solo di essere percorsa con semplicità e passione. E’ così, che ho conosciuto colui che sono felice di poter chiamare “il mio Maestro”. La prima volta che ho visto fare Kung-Fu mi veniva da ridere, non capivo cosa fossero tutte quelle mosse strane quasi ridicole; io abituata a fare pesi, salti, attacchi, battute, ricezioni, tuffi in terra alla morte per poter prendere un pallone… Poi ho conosciuto il mio Maestro che con un solo sguardo mi ha incantato, uno sguardo limpido trasparente, quasi irreale. Irreale, perché al giorno d’oggi è estremamente difficile trovare una persona con quello sguardo e invece lui era lì davanti a me ed io non ho potuto far altro che rimanerne incantata e priva di parole. La vita è stata molto dura con me, e questo mi ha reso un po’ diffidente verso gli altri, ma lui con un solo sguardo aveva conquistato la mia fiducia, una cosa che mi ero ripromessa di non offrire neanche al migliore dei miei amici. La prima volta che l’ho incontrato, in un solo pomeriggio mi ha calato in un mondo tutto nuovo, in una realtà bellissima fatta di duro lavoro ma non solo; soprattutto di amicizia, un valore che sembra non esistere più da nessuna parte! Credevo che l’amicizia fosse solamente qualcosa di effimero, destinato a morire con il tempo ed il cambiamento repentino delle persone, ma ora posso affermare che l’amicizia, quella vera non è morta ma esiste. Nella Scuola, siamo un po’ tutti come fratelli, e Rita (Shi-Mo) ed il Maestro sono i nostri esempi, le nostre piccole luci in una notte buia… le stelle più luminose! Ho così deciso di seguire il mio cuore e di intraprendere la strada che mi era stata mostrata, la strada del Kung-Fu. Ho iniziato come una nuova vita, eliminando gli aspetti bui del mio passato ed è stato come rinascere. Sono comunque cosciente di essere solo all’inizio di questo lungo cammino, ma nel mio piccolo ho già vissuto esperienze memorabili ed irripetibili che porterò nei miei ricordi di vita più cari. L’estate scorsa ho partecipato agli allenamenti intensivi, provando sensazioni indescrivibili di fatica enorme ma anche di una immensa soddisfazione e un infinito senso di calore, di amicizia, di famiglia.. è stato bellissimo! Poi è arrivata una data che il mio cuore non cancellerà mai: il 4 dicembre di quest’anno al Palalido di Milano! Mi sono trovata, come altri miei compagni di pratica a preparare un’esibizione all’interno della “10^ Coppa del Mondo di Arti Marziali”, ma a differenza di quando giocavo nei vari palazzetti, non ero terrorizzata come al solito, quando “sentivo” la partita. Avevo solo voglia, per la prima volta nella mia vita di mostrare agli altri quello che sapevo fare, quello che il mio Maestro mi aveva insegnato. Senza paure e senza timori, un insegnamento non solamente basato sul Kung-Fu tecnico, ma di vita… il saper affrontare le cose come dice il mio Shifu… “Con lo spirito appollaiato su un albero che osserva il mio corpo muoversi”. Il risultato è stato un giorno memorabile ed io ho avuto la fortuna di viverlo, di commuovermi di festeggiare con gioia. Il combattimento contro cinque avversari, eseguito dal mio Maestro con cinque allievi, mi ha fatto ridere, ma mi ha fatto anche piangere dall’emozione. Improvvisamente un grandissimo brivido dentro, quando tutti i presenti hanno iniziato ad applaudire, ma il bello del combattimento doveva ancora venire… In quel momento ho pensato: “Questo è il mio Maestro, questa è la mia Scuola, mi sento parte di qualcosa di veramente bello”. In quell’attimo, tutti i momenti brutti della mia vita e tutti i periodi bui trascorsi si sono illuminati e sono spariti per sempre. Non sono un’esaltata, non lo sono mai stata! La vita mi ha messo a dura prova fin da piccolina ed ora, dopo tanto tempo, riesco a dare vita alle mie emozioni, anche se raccontarle è difficile. Dopo il combattimento sarebbe stata la volta della freccia al volo scagliata contro il Maestro. Scorrevo con lo sguardo i volti delle persone fra il pubblico, quelli degli atleti, degli altri dimostranti. Tutti erano catalizzati sul mio Shifu e sulle loro facce, vedevo un grosso punto interrogativo, grande come un palazzo! Nessuno aveva ancora realizzato cosa sarebbe di lì a poco accaduto… tutti credevano che avrebbe dovuto solo deviare la freccia e non afferrarla! In quel momento avevo il cuore in gola, ero più emozionata che se avessi dovuto esibirmi di nuovo; negli occhi del Maestro vedevo un’infinita tranquillità e una profonda concentrazione. Ho visto il suo corpo prepararsi e le mani protendersi appena in avanti e… in un secondo tutto è finito, il sibilo della freccia, un sordo “toc”, il silenzio… poi, dopo un istante di incredulità, come il fragore di un’onda gigantesca… le urla e tutti in piedi in un lunghissimo applauso che ha reso omaggio al nostro Maestro. La freccia era stata afferrata al primo tentativo! Il cuore ha fatto un tuffo e la commozione mi ha riempito gli occhi. E’ stata una sensazione indescrivibile, mai provata nemmeno in dieci anni di pallavolo (e chi mi conosce, sa cosa sia stata per me la pallavolo). Una giornata intensa di emozioni, che mi ha fatto sentire estremamente fortunata e felice, tanto che dopo vari giorni, ancora sento dentro di me le emozioni di quell’istante. Ho assistito a qualcosa di memorabile: in meno di un secondo, la reale portata di colui che ha dedicato un’intera vita al Kung-Fu. Pensando al Maestro, l’immagine che ho di lui è quella di un guerriero antico, incurante del tempo che passa, così sincero, che fa Kung-Fu con una passione ed una devozione che non avevo mai riscontrato in nessun altro. La Scuola è una Famiglia, costruita sul modello di quella del Maestro e non un anonimo luogo dove semplicemente ci si esercita nell’Arte Marziale. Tante cose sento di aver imparato e tante altre ne verranno, ne sono sicura. Per ora ringrazio tutti coloro che hanno creduto e che credono in me, che mi hanno accettata e mi considerano come una sorella acquisita. Grazie di cuore!

Elena Bagliacca


Inviato il 12-12-2005 da STRIGLIO SANDRO Forlì

          Domenica 4 dicembre è stata per me una giornata speciale, non solo per quanto riguarda l’importanza di partecipare ad una manifestazione mondiale, ma soprattutto perché  la mia vita di praticante ha vissuto uno di quei momenti che vorresti non finisse mai. Già dal giorno prima, nel preparare la mia divisa per l’esibizione, il sentirsi al telefono con gli altri, scambiarsi le proprie emozioni durante il viaggio, anche tutte gli allenamenti effettuati per prepararmi, mi hanno dato quel non so che di fierezza nel voler dimostrare qual è il livello di Kung-Fu praticato da noi. Con grande soddisfazione da parte nostra, il numerosissimo pubblico se n’è accorto… Eccome! Un interminabile applauso  ha congedato noi ed il nostro Shifu alla fine della prova. Poi una grande festa negli spogliatoi e poi verso casa, insieme a tutti coloro che ci hanno accompagnato (150 persone, fra cui allievi, genitori, amici). Una gran bella famiglia come il nostro Maestro desidera che la nostra Scuola sia e come io l’ho sempre sognata.. Fra loro i miei allievi, molti dei quali ancora non conoscevano il Maestro Guidotti. Tutti erano entusiasti e galvanizzati da questa esperienza e finalmente hanno potuto parlare con lui, approfondire il rapporto… non vedevano l’ora. Io non mi sono ancora del tutto ripreso, sono accadute davvero tante cose in un giorno… E’ vero che dei tuoi miglioramenti personali sei sempre l’ultimo a venirne a conoscenza. Ti sembra sempre di essere allo stesso punto, ma poi “certe cose”, ti permettono di comprendere che la crescita c’è eccome e quale situazione migliore di quella di domenica per rendersene conto? Tutto questo lo devo al mio Maestro; senza di lui non saprei veramente cosa sarebbe stata la mia vita di praticante e appassionato di arti marziali. Il Palalido di Milano è stata un’esperienza indimenticabile, e spero che si rinnovi perché è giusto che il nostro Maestro e la Scuola abbiano sempre più il degno posto nel vasto panorama dell’arte marziale cinese, soprattutto in ambito internazionale. Tutto questo tempo passato a perfezionarsi ed a insegnare il proprio “duro lavoro” a persone che come me condividono i suoi ideali, a lavorare sodo e rispondere con fatti concreti a coloro che in tutti questi anni si sono nascosti dietro calunnie (avessero mai una volta avuto il coraggio di sostenere di persona le proprie opinioni), a girare per il mondo, in Cina, dove ha portato anche me, senza paura di essere mai smentito…. Da quando ha deciso di tornare sulla scena pubblica, il nostro Maestro ha messo a tacere molte chiacchiere e non è più un caso che sempre più praticanti, prima di continuare a ripetere a “pappagallo” ciò che qualche insegnante dice loro nei confronti della nostra realtà,  decidano di fare la loro esperienza personale e diretta e venire a conoscere il nostro Maestro. Bisognerebbe smetterla di giudicare qualcuno per “sentito dire”! So che il nostro Maestro non ama particolarmente che si facciano “sviolinate” al suo indirizzo o sulla Scuola, o che si parli in questo modo di lui e della nostra realtà. Egli dice sempre che ognuno ha il maestro che si merita e soprattutto che non bisogna confondersi con coloro che commerciano il Kung-Fu. Ma dopo ciò che il Maestro ha fatto davanti a 5000 persone, va ben oltre le futili chiacchiere di palestra. Come si può dire qualcosa di negativo, dopo che tutti si sono alzati in piedi per applaudire e rendere omaggio al nostro Shifu? E dopo che tutti si sono complimentati con lui? Soprattutto i cinesi venuti da Beijing, Taiwan e dulcis in fundo il Maestro e monaco taoista You Xuande del Monte Wudang? Mi sento di dire che la nostra Scuola è meravigliosa, perché affonda le sue radici su tante piccole realtà, che mantengono lo stesso spirito di amicizia. Anche se non sono l’albero più grande e maestoso di questo bosco, mi sento certamente come una delle piante che vi cresce rigogliosa. Non dico questo per presunzione, ma è questo quello che sento quando guardo negli occhi i miei numerosi allievi la sera, nella mia lezione in palestra.

Sandro Striglio


Inviato il 9-12-2005 dal Maestro AMATO MAURIZIO Empoli (FI)

“Ma una freccia vera?” è questo quel che ha detto uno degli organizzatori della X Coppa del Mondo di Arti Marziali quando il Maestro gli ha spiegato che avrebbe tentato di afferrare una freccia al volo. L’altro organizzatore sdrammatizzava ma in realtà un po’ si preoccupava visto che se qualcosa fosse andato storto in “galera” ci finiva lui!. E’ stato bello vivere anche questi momenti, mentre “dietro le quinte” aspettavamo il nostro turno; la tensione cresceva sempre più con l’avvicinarsi dell’ora “X”: c’era chi scherzava, chi ripassava le cose che doveva fare, chi parlava con gli altri praticanti…ma tutti quanti eravamo in fibrillazione. Quando mi sono trovato davanti al pubblico mi ricordo che il cuore mi batteva forte e veloce ma non ho fatto in tempo a farci troppo caso visto che già era stato dato il via per partire. Quello che ho fatto dopo, a dire il vero, non lo so: il corpo si muoveva automaticamente e la mia mente non pensava a dove mettere i piedi o far passare le mani. E’ successo tutto in un attimo e io mi sono ritrovato nella posizione finale senza rendermene conto. Poi ho vissuto tutto il resto da spettatore… ormai il grosso della tensione era passato poiché il mio turno era finito. Mi sono commosso durante il combattimento del Maestro contro cinque avversari e poi ho avuto un’esplosione di gioia quando il Maestro ha afferrato la freccia al volo… al primo colpo! Non sono stato fra i primi a realizzare l’accaduto, ma soltanto dopo una certa incredulità iniziale…nonostante non fosse la prima volta che glielo vedevo fare forse non mi aspettavo che la prendesse alla prima! Sono stato scosso dal fragoroso applauso che ne è conseguito, fa un certo effetto vedere altri, al di fuori della nostra Scuola applaudire con tanto calore il nostro Maestro. Tutti in piedi (5000 presenti), Monaci di Wudang compresi a rendere omaggio ad un uomo che ormai da una vita è uno dei cardini del Kung-Fu in Europa. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e tutti coloro che sono venuti a fare il tifo o che, per problemi personali, l’hanno fatto da casa propria.

Maurizio Amato